Insider trading, cos’è e quali differenze con gli Stati Uniti
L’economia e la finanza sono, con la pandemia in corso, tra i settori più esposti, insieme a quello della sanità, e che creano maggiori preoccupazioni e soprattutto ansie per il futuro a milioni di soggetti. Infatti l’emergenza sanitaria a seguito del diffondersi del Covid-19 ha indotto una crisi economica senza precedenti, almeno negli ultimi 50 anni.
Ma, si dice tra speranza e cinismo, ogni crisi è anche una possibilità e quindi tante persone si stanno interessando a nuove forme di investimento e si stanno informando sulla borsa e sul trading on line, con l’auspicio di dare stabilità e nuove prospettive alla loro vita finanziaria.
Ma per poter avere risultati bisogna essere preparati e avere le conoscenze giuste e la formazione adeguata: sapere cos’è la borsa, cos’è il trading on line, questa guida agli indici di borsa e tanto altro. Qui di seguito pubblichiamo cenni sull’insider trading, che dai neofiti di economia e finanza non è molto conosciuto.
– Insider trading: definizione
Con il termine insider trading si intende quella circostanza nella quale un individuo prova a sfruttare per motivi di guadagno e di lucro determinate informazioni materiali e pratiche, che di solito sono collegate a una azienda, con lo scopo, appunto, di avere profitti attraverso delle operazioni in borsa.
Non è difficile comprendere come questa pratica sia assolutamente illegale e vietata in tutti i Paesi del mondo, anche se è giusto ricordare che furono gli Stati Uniti a renderla reato molto tempo fa e per la precisione nel 1934: in quell’anno infatti furono introdotte delle misure chirurgiche e mirate a far sì che non si ripetano più gli errori che causarono la grave crisi economica del ’29. Il 1934 fu anche l’anno durante il quale venne istituto un ente, la SEC (Securities and Exchange Commission), che aveva il compito di vigilare, e lo fa ancora oggi, sul rispetto rigido di tutte quelle regole finanziarie che fanno parte delle norme in vigore negli Stati Uniti.
Ma dovettero passare tanti anni prima che il reato che riguarda l’insider trading diventasse realtà in quasi tutto il mondo: è noto che ogni Paese, quando si parla di legalità e finanza, ha cultura e istituti giuridici peculiari, e quindi a volte ci vuole tempo per uniformarsi a determinati concetti.
Ma, visto che siamo in Italia, può essere molto interessante evidenziare le differenze a livello legislativo con gli Stati Uniti parlando di Insider Trading, in modo che anche il lettore meno esperto di finanza possa avere le idee più chiare.
– Insider Trading: come funziona in Italia?
Come su accennato, negli States il reato di Insider Trading fu introdotto circa nel 1934 mentre in Italia le cose furono molto diverse:infatti il provvedimento avvenne solo molto dopo e cioè ne 1991. Il reato in Italia si caratterizza per il fatto di essere sia penale che amministrativo e anche in quanto va a colpire solo quelle persone che hanno ruoli importanti e di responsabilità nelle aziende private o anche nelle istituzioni pubbliche e che hanno quindi la possibilità di poter accedere a delle informazioni riservate e privilegiate.
In particolare la legge italiana va a specificare i casi precisi per i quali si può parlare di insider trading:
- Nel momento in cui una persona va rivelare delle informazioni riservate a una persona, che poi andrà a sfruttarle per motivi di lucro.
- Quando una persona usa in prima persona informazioni privilegiate per effettuare delle operazioni finanziarie in Borsa.
- Quando una persona spinge qualcun altro ad effettuare alcune operazioni finanziare, collegate a determinate informazioni segrete ma senza rivelarle in maniera esplicita e diretta.
Invece nel momento in cui una persona esegue delle operazioni finanziarie usando delle informazioni privilegiate ma che ha ottenuto in maniera casuale e non in malafede, non lo si potrà accusare di nessun reato e illecito
– Come funziona negli Stati Uniti?
Negli Stati Uniti invece funziona all’opposto rispetto all’Italia, nel senso che è legale per una persona sfruttare delle informazioni per eseguire delle operazioni legate all’azienda per la quale lavora ed è una pratica molto comune tra i CEO, che però dovranno essere controllate in maniera accurata dalla SEC, l’ente di controllo che abbiamo nominato prima e che si occupa di vigilare su tutto.