La basilica del Murgo presso Augusta: architettura “mutilata” contro il volere di Federico II
Tempo, meteorizzazione, guerre, disastri naturali ed altri innumerevoli fattori socio-culturali, sono tutte motivazioni che comportano lo stato di rovina di una struttura architettonica. Ma quando a concorrere a questo stato di cose si celano noncuranza e indifferenza, il concetto di rovina digrada a barbarie e annichilimento.
In un precedente post di questo Blog, “Castello Svevo: identità in rovina”, avevo tracciato, con cruda amarezza, lo stato pressoché di abbandono di uno dei più importanti monumenti dell’architettura sveva in Sicilia. Adesso è il turno di un’altra importante opera federiciana, donata al territorio della cittadina megarese ma quasi sconosciuta e completamente trascurata: la basilica del Murgo presso Agnone Bagni.
Situata a circa 400 m dalla costa orientale, in prossimità della baia di Agnone, la Basilica del Murgo rappresenta l’unico esempio di architettura sacra fondata da Federico, forse opera di maestranze cistercensi giunte dal continente per volere dell’imperatore svevo. Essa, commissionata dallo Stupor mundi intorno al 1220-1224, doveva ospitare la comunità abbaziale cistercense di Santa Maria di Roccadia nei pressi di Lentini, trasferimento auspicato dallo stesso Staufen, con l’intenzione di patrocinare l’ordine cistercense in Sicilia e di fondarvi un vasto monastero.
Il cantiere per la costruzione dell’edificio, giunto a 2,5/3 m di altezza, venne bruscamente interrotto ed abbandonato, per motivazioni ancora sconosciute. Alcuni studiosi hanno ricondotto l’interruzione all’ostilità del papato nei confronti della politica federiciana; altri a esigenze militari, che spinsero le maestranze a trasferirsi a Siracusa per costruire il Castello Maniace.
Oggi, ciò che è possibile carpire da quelle rovine sopradette, è un impianto basilicale a croce latina, a tre navate e transetto, orientato in senso Est-Ovest e desinente in un’abside con due cappelle a pianta quadrata, per una lunghezza complessiva di 83 m e 28 m di larghezza. Il portale monumentale in pietra appena abbozzato, è in stile romanico; le navate erano suddivise da 12 pilastri a cui si addossavano semicolonne a fusto liscio che dovevano sostenere la volta delle navate; l’area presbiteriale era composta da un transetto rettangolare lungo esattamente la metà dell’edificio, servito da un’apertura ad arco a sesto acuto nel lato Nord (tuttora in buono stato). L’area delle absidi a pianta quadrata, così come l’ampio arco di trionfo, che conduceva dal transetto all’abside, è la più rimaneggiata. Materiali da costruzione e tecniche edilizie – doppio paramento in conci perfettamente isodomici tenuti da opera cementizia; colonne e pilastri; modanature e cornici – richiamano chiaramente le fabbriche dei castelli Maniace di Siracusa e Ursino di Catania.
Abbandonata la costruzione quando l’alzato era giunto a un’altezza di circa 3 m, l’area della basilica è stata probabilmente spogliata e deturpata nel tempo. Nel ‘700 una masseria feudale inglobò alcuni settori della struttura; l’abside centrale venne tompagnata da un portale e trasformata in una piccola cappella. Oggi i resti murari, anche se vincolati dalla soprintendenza, si trovano all’interno di una proprietà privata, che li ha incorporati, trasformandoli in case, depositi e giardini.
La maestosità delle rovine, inghiottite dalla selva e dall’oblio, stride con le superfetazioni moderne. La basilica del Murgo si inserisce in quella “black list” di monumenti di età federiciana nel territorio della città di Augusta lasciati allo stato d’incuria, come il Castello Svevo o la Torre del Cantara, che potrebbero costituire un pretesto per la ripresa degli studi sull’architettura sveva, nonché un percorso turistico ingente, e contrastare l’altrettanto ricca indifferenza alla materia culturale.
Occorrerebbero restauri e programmazione, volontà politica e sensibilizzazione. Perché non si può accettare di pensare che tutta la curiosità e l’amore per questo territorio possano essere stati assorbiti da Federico II, anche per le generazioni a venire.
(Foto in evidenza: www.medioevosicilia.eu/markIII/basilica-del-murgo-presso-agnone-bagni/)
(Foto in galleria: Rosaria Privitera Saggio – www.etnatura.it)