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La denuncia di Pippo Gianni “a difesa del Muscatello”, in attesa della class action

AUGUSTA – Pippo Gianni ha mantenuto la promessa. L’ex sindaco di Priolo, già deputato nazionale e regionale, con esperienza di assessore regionale all’Industria, aveva assicurato che avrebbe presentato una denuncia penale alla Procura. Lo aveva annunciato durante una recente assemblea pubblica per difendere l’ospedale civico “Muscatello”, che corre il rischio di essere declassato a Presidio territoriale.

Già privato dei due importanti reparti di ginecologia-ostetricia e di pediatria, il “Muscatello” doveva essere potenziato con nuovi reparti, in obbedienza a precetti normativi previsti da specifiche leggi regionali, una delle quali porta il nome proprio di Gianni. Secondo quest’ultimo, tali leggi non sono state rispettate e così, almeno per due anni, si potrebbero ipotizzare i reati di omissione in atti d’ufficio e di peculato per distrazione. Perché per almeno due anni? Perché, giusto un mese fa, l’Assemblea regionale siciliana, con decreto inserito in una disposizione più ampia, ha cassato il cosiddetto cronoprogramma, rinviando, di fatto, sine die, le applicazioni legislative. Così, se non vengono applicate, nessuno sarà costretto a pagare, con tanti saluti ai cittadini non solo di Augusta, ma dell’intero triangolo industriale. Lo ha riferito lo stesso Pippo Gianni in una conferenza stampa aperta ai cittadini, stamattina nell’auditorium di palazzo San Biagio.

Gianni ha dato conto della propria denuncia, preparata dall’avvocato siracusano Ezechia Paolo Reale, annunciata prima verbalmente dallo stesso Gianni al procuratore capo Francesco Paolo Giordano e formalizzata in data 24 giugno. Gianni ha usato una figura retorica molto significativa, “il silenzio assordante”, per censurare tutti i deputati i regionali che hanno votato l’emendamento, da lui definito di “condono mascherato“, poiché salverebbe i responsabili della mancata applicazione di quelle leggi che avrebbero potuto tutelare il “Muscatello”.

Per l’ex parlamentare il procuratore capo Giordano “valuterà se questo “condono mascherato” di gravi inadempienze in materia di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini sia effettivamente idoneo a porre al riparo dalle sanzioni i responsabili delle omissioni ovvero se, essendosi già vanamente maturato il termine ultimo per l’adempimento, l’anomala rimessione in termini non consenta tale effetto”.

Pippo Gianni ha precisato che lo Stato italiano finora ha ricevuto oltre 15 miliardi di euro in diritti dal porto di Augusta e dal triangolo industriale Priolo-Augusta-Melilli e ha consigliato un’azione collettiva o class action da parte dei cittadini di Augusta, per difendere l’ospedale davanti alla magistratura e, poiché s’è parlato d’una prossima assemblea consiliare monotematica aperta a tutti sullo stesso tema, si è detto pronto a contattare l’avvocato Ezio Bonanni, dell’Osservatorio nazionale amianto, perché intervenga all’assemblea aperta e illustri le modalità per procedere all’azione collettiva.

Intanto, Gianni ha dato la disponibilità a tutti coloro che ne facciano richiesta di inviare, per posta elettronica, copia della propria denuncia, sì che ogni cittadino, anche singolarmente, può farla propria, presentandola, senz’alcun onere, di persona alla Procura di Siracusa o per il tramite della stazione Carabinieri o del commissariato della Polizia di Stato.

Questa battaglia legale può rappresentare l’ultima battaglia per salvare il “Muscatello””, ha commentato Domenico Fruciano, presidente della sezione locale del Tribunale per i diritti del malato. “Lotteremo fino all’ultimo”, ha promesso risoluta Maria Giannone, animatrice del Tdm e di un nuovo comitato spontaneo pro Ospedale. Presente al tavolo dei relatori, offrendo un contributo al dibattito, anche Calogero Vicario, coordinatore regionale dell’Osservatorio nazionale amianto di cui fa parte Gianni.


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