“La terra non ha frontiere”, l’incontro del “Collettivo Antigone” per promuovere l’accoglienza
AUGUSTA – Un happy hour sul tema, l’accoglienza, per provare a rimuovere un pregiudizio nei confronti di etnie diverse, ovvero di persone libere con un nome e un’identità da difendere rispetto all’etichetta di immigrati clandestini. Questa l’iniziativa dal titolo “La terra non ha frontiere” promossa dal “Collettivo Antigone” lo scorso giovedì 2 marzo in un locale della movida del centro storico.
L’augustana, promotrice dell’iniziativa, Maria Grazia Patania e il fotoreporter catanese Michelangelo Mignosa hanno esposto le loro esperienze personali, vissute a stretto contatto con il fenomeno dell’immigrazione e le innumerevoli difficoltà connesse all’integrazione. Accompagnati da un gruppo di tredici giovani immigrati, dodici dei quali ancora minori e attualmente in affido presso le case-famiglia augustane, hanno inteso portare una testimonianza di umanità, mostrando una visione del porto megarese non più come mero punto di approdo e sbarco, quanto, invece, come isola di salvezza per chi lo ha agognato e raggiunto.
Nella sua esposizione, Maria Grazia Patania, ha inquadrato le iniziative del Collettivo in “un sogno di ribellione e resistenza fatto con le armi della parola e della cultura”.
Quindi, grazie all’ausilio della strumentazione audio-video messa a disposizione dall’associazione “Musmea”, Michelangelo Mignosa ha mostrato le diverse operazioni di soccorso migranti, effettuate dalla nave della Marina Militare “Cigala Fulgosi” nel 2015, che è riuscito a documentare rimanendovi a bordo per alcune settimane: un interminabile viaggio, con migranti superstiti e anche corpi, purtroppo, senza vita. Un’idea concepita proprio nel porto di Augusta, a seguito dell’incontro casuale con il direttore del The post internazionale Giulio Gambino.
Da anni Augusta apre le porte a nuovi cittadini, in fuga da guerre, oppressione, in genere da violenze, oppure da disoccupazione. All’incontro serale si è potuto far conoscere ciò che accade realmente al largo delle coste augustane e ciò che avviene dopo lo sbarco. Tra gli altri, M.B., giovanissimo immigrato, ha voluto parlare degli studi che sta portando avanti grazie all’aiuto della famiglia affidataria, dei suoi progetti per il futuro, che conta di realizzare come ogni altro ragazzo, la dedizione allo sport che ad Augusta sta riuscendo a coltivare.
A chiusura dell’intenso incontro, Maria Grazia Patania ha affermato: “Noi pensiamo che la crisi umanitaria è una crisi di umanità. Quella dei migranti è una sfida che funge da banco di prova per liberarsi di tutti i preconcetti, per attivarsi in un mondo di estrema emergenza. Confermo che le lacrime e il sangue sono sempre gli stessi tra noi esseri umani. È in atto ad Augusta, invece, la sfida di rompere il cerchio della discriminazione e aprire invece le porte della propria casa, per contribuire nel nostro piccolo”.
Alessandra Peluso