AUGUSTA – La Gazzetta Augustana.it, con l’approssimarsi delle festività natalizie, intende offrire ai propri lettori l’occasione di conoscere, riscoprire o più semplicemente riappropriarsi di una sfera della memoria storica che va custodita e tramandata. La sfera del “sacro”, costituita di riti religiosi, consuetudini popolari, che appartengono a una cultura comune, condivisa, e che in alcuni casi si scopre essere peculiari della nostra Città. Si tratta di un’esposizione, distribuita nell’arco di due mesi, della tradizione del Natale augustano, a cura di Giuseppe Carrabino, presidente della Commissione comunale di Storia patria e coordinatore delle Confraternite di Augusta, che ha accettato con entusiasmo l’invito della Testata.
5. Il presepe monumentale della Borgata.
Concludiamo il nostro viaggio alla riscoperta delle tradizioni natalizie di Augusta. Non nascondo che questo impegno settimanale mi ha non poco entusiasmato anche perché mi ha dato la possibilità di condividere pagine della nostra storia che erano rimaste nell’archivio della memoria.
Abbiamo ricordato le “Novene” con le suggestive nenie e i canti peculiari del nostro patrimonio orale; abbiamo illustrato i dipinti, le sculture e i preziosi presepi in cera e ceramica calatina. Abbiamo fatto memoria delle panificazioni rituali e del profondo significato attribuito a ciascuna forma destinata non solo al nutrimento corporeo ma anche a quello ludico e spirituale.
Affrontare il tema della tradizione implica una presa di coscienza di tutto ciò che esprime il sentire di una comunità. La tradizione è nel contempo patrimonio materiale e immateriale. Materiale per quanto è destinato alla rievocazione: oggetti, simulacri, fercoli, abiti, arredi e corredi; immateriale per tutto ciò che deve essere riproposto sistematicamente per far si che possa essere fruito (feste, dolci, panificazioni, canti e ogni genere di rituale).
Diventa pertanto di notevole importanza trasmettere la tradizione alle giovani generazioni con tutti gli strumenti disponibili, compreso questo prezioso servizio che la redazione de La Gazzetta Augustana.it ha offerto ai lettori in prossimità delle festività natalizie. Mi piace concludere questo nostro itinerario con una iniziativa realizzata e proposta da un gruppo di ragazzi.
Anche quest’anno – sono ormai trascorsi poco meno di due lustri – è stato apparecchiato il presepe monumentale della Borgata nel salone adiacente alla chiesa parrocchiale del S. Cuore. L’opera, come ha avuto modo di illustrare il parroco don Davide Di Mare, è stata realizzata dai ragazzi di Azione Cattolica Giovani, che per circa un mese si sono ritrovati a studiare, progettare, realizzare scenografie e impianti di illuminazione, donando il loro tempo per un presepe che vuole essere un invito a riscoprire la tradizione nella sua essenza e genuinità.
Un lavoro di attenta ricostruzione degli ambienti abitativi domestici, delle attività artigianali che identificavano l’antica Augusta come il lavoro nelle saline, che per lungo tempo ha costituito la principale fonte di economia della Città.
Un presepe che vuole essere pretesto per esaltare la memoria e l’identità del quartiere, con le vecchie masserie che punteggiavano il rione Stazione, i fondaci, le modeste case di contadini e artigiani. Di particolare suggestione sono le numerose abitazioni dove è stata riproposta la quotidianità familiare, con i bambini attorno ad una anziana donna o riuniti attorno ad un tavolo, con la mamma in attesa del ritorno del genitore dai campi.
Preziose sono altresì le statuine in ceramica realizzate dalla rinomata bottega “Velardita” di Caltagirone, molte delle quali appositamente commissionate dal parroco per riproporre personaggi e attività artigianali del rione. Gli effetti luminosi, i suoni e le cantilene completano l’atmosfera di un ambiente ormai profondamente trasformato, che vive solamente nei ricordi dei più anziani.
Un presepe realizzato da giovani che hanno voluto riproporre i segni della tradizione. Ecco perché ho ritenuto importante concludere questo nostro itinerario con questa riflessione. Se le nuove generazioni sono così attente ai segni del nostro passato significa che possiamo nutrire speranza.
Auguri. Buon Natale.
Giuseppe Carrabino