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L’acqua torna al Sindaco e ai cittadini

Acqua potabile pubblica

Acqua potabile pubblicaAUGUSTA – Ieri sera l’Assemblea regionale siciliana ha approvato, tra gli altri, il disegno di legge sull’acqua pubblica con 49 voti favorevoli su 57 deputati presenti. Verranno quindi previsti nove ambiti territoriali ottimali, detti Ato, che potranno assegnare la gestione del servizio idrico a una società pubblica, mista o di privati nel caso di offerta vantaggiosa. La legge lascerebbe agli enti locali, associati o consorziati, la possibilità di affidare il servizio secondo le varie forme previste dalla normativa nazionale ed europea, ma lasciando l’acqua un bene pubblico e intoccabile.

Abbiamo raccolto le dichiarazioni a caldo di alcuni parlamentari regionali del territorio siracusano.

L’on. Vincenzo Vinciullo, del Nuovo Centrodestra, commenta: “Passa il disegno di legge sull’acqua pubblica, in cui ho sempre creduto e per cui ho combattuto in tutti questi anni, sia raccogliendo le firme sia impegnandomi durante il referendum e successivamente facendo in modo che l’Ars si pronunciasse nel senso voluto e sperato da tutti i Siciliani“. Specifica inoltre ciò che comporterà il provvedimento: “Da oggi l’acqua è pubblica, torna nelle mani dei Comuni e spetterà ora ai Sindaci decidere quale strada intraprendere nell’interesse della collettività“.

Per l’on. Giambattista Coltraro, deputato regionale di Sicilia Democratica: “Le norme approvate rappresentano un importante passo avanti nella gestione dell’acqua a tutela dei diritti dei cittadini; adesso si deve procedere da parte delle competenti autorità amministrative ad una pronta attuazione della normativa, in modo tale che la stessa si traduca in un risparmio del costo dell’acqua per i cittadini“.

Esulta dal suo profilo social l’on. Stefano Zito, deputato regionale del M5S: “L’acqua è pubblica! Finalmente abbiamo approvato la legge sull’acqua; ormai non ci sono più scuse per quei Sindaci che non vogliono tornare a gestire il servizio idrico in maniera diretta“.

Dall’on. Marika Cirone Di Marco, del Partito Democratico, una battuta: “Cin cin con un bel… bicchiere d’acqua pubblica“. A cui aggiunge un monito: “Commetteremmo un errore a disattivare vigilanza e mobilitazione per un ddl che dalla Sicilia ora passa all’esame del governo nazionale“.

Insomma, convergenza praticamente assoluta di vedute da parte della deputazione regionale siracusana. La legge regionale investirebbe quindi i Comuni, in particolare, della facoltà di scegliere la soluzione migliore per la gestione integrata del servizio di fornitura dell’acqua. Tra le annose disfunzioni idriche in certe aree della Città e la carenza di risorse legate al dissesto finanziario recentemente deliberato, si attende la mossa della nuova Amministrazione comunale di Augusta.


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