L’impegno scolastico come antidoto alla mafia, la lezione di Rossitto agli alunni del “Corbino”
AUGUSTA – Sabato scorso, 14 gennaio, nei locali del plesso “Morvillo” del 2° Istituto comprensivo “Orso Mario Corbino”, diretto da Maria Giovanna Sergi, si è tenuta un’interessante lezione di educazione alla legalità ed alla cittadinanza attiva, rivolta agli alunni dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado. È stata tenuta dal prof. Armando Rossitto, che ha avviato la sua”chiacchierata” con gli alunni chiedendo loro quale fosse il significato del termine “legalità”.
Annodando i fili comuni delle tante risposte date dai ragazzi, Rossitto, insegnante, dirigente scolastico, amministratore, ma soprattutto educatore e rappresentante di spicco dell’associazione “Libera”, ha sottolineato come bisogna sommare le energie di ciascuno per trarre il meglio da se stessi e da chi sta vicino in un impegno di civica collaborazione perché, come diceva don Pino Puglisi, “…se qualcuno può fare qualcosa, allora si può fare molto…”.
L’incontro è proseguito con la visione di alcuni filmati di repertorio, dai quali è emerso, grazie anche alla testimonianza contenuta del giudice Antonino Caponnetto, come la lotta alla mafia ha effettivamente preso il via quando la gente ha capito la vera entità del problema ed i siciliani, legati alla loro terra da un cordone ombelicale che nessuno potrà mai spezzare, hanno iniziato a lottare per la vera libertà.
Inoltre, è stato evidenziato che i ragazzi possono fare tanto nella loro lotta alla mafia con prudenza ma con determinazione: da un lato aiutando le persone in difficoltà, dall’altro vivendo con serietà l’impegno scolastico, perché la criminalità cresce meglio dove non c’è cultura, perché può arruolare un numero maggiore di persone; al contrario a scuola, dove si cura il sapere, la conoscenza, la capacità di trasmettere valori, il pensiero critico e l’educazione alla cittadinanza ed alla legalità, si gettano le basi per il rifiuto della prevaricazione e dell’ingiustizia.
Armando Rossitto, che è pure promotore ed anima della “Fattoria della legalità” di Lentini, ha poi parlato della sua esperienza all’interno di questo progetto che lo ha visto impegnato in prima linea. Una fattoria confiscata alla mafia e restituita alla collettività quale cooperativa agricola produttrice dell’arancia a polpa rossa e quale fattoria didattica, mediante la quale poter offrire ai giovani un modello diametralmente alternativo a quello mafioso. Una fattoria, come asserito, che da “Cosa nostra” è diventata “Casa nostra”.