L’impudenza / La seduzione
L’IMPUDENZA di Elisabetta Ternullo
Mi avresti sognata mai
al buio di una notte senza stelle
dove i sogni chiamano sogni
e le speranze non sono che del giorno?
Mi avresti sognata, una volta,
nell’angolo nascosto della tua stanza oscura
dove tutto può tutto
e io, nuda e inafferrabile,
avrei socchiuso gli occhi
per soffiarti il fiato nel fiato?
Solo il marchio allungato sulla pelle
t’avrebbe parlato di me.
Solo quella volta
a piedi nudi
avresti varcato la soglia
delle mie notti
abbandonate agli incanti.
LA SEDUZIONE nello spazio a cura di Marcella Di Grande
Questa settimana dedico il mio spazio a un estratto del libro Incontri proibiti. La seduzione di Indigo Bloome.
Resto in silenzio mentre ripenso alla nostra conversazione in macchina e a come si collega alle teorie del gioco.
“Sai che alcuni psicologi sostengono che il gioco sia la più potente fonte di felicità che gli esseri umani possano sperimentare, perché contiene paura e divertimento insieme. Alcuni ritengono che possa addirittura proteggere dalla depressione…”. Mi fermo nel momento in cui pronuncio quella parola: adesso mi è tutto chiaro. Ero così distratta da Jeremy che non avevo proprio capito. “È questo che vuoi esplorare ancora. È questo che hai fatto finora, tenendomi su un’altalena fatta di paura e divertimento!”
“Esatto Alexa, spero che adesso tu l’abbia capito. L’idea è che un gioco reale sia essenzialmente la simulazione di un attacco di panico”.
“E me ne hai dati un bel po’ da venerdì a questa parte. Se è questo che speravi di ottenere ci sei riuscito in pieno”.
“Però continuo a pensare che ci sia ancora qualcosa che mi sfugge… c’è di più, ancora? Mi sento come se mi avesse tenuta all’oscuro a proposito a livello fisico e mentale da quando ci siamo incontrati. Adesso mi sta svelando poco per volta il vero scopo di questo weekend. Forse sta costruendo delle esperienze che mi facciano comprendere meglio come affronto lo stress, o il ” gioco “come lo chiama lui? Oppure sono solo una pedina in un gioco ancora più grande?”.
“Sai che ti amo Alexa”. Il suo tono è serio, la voce carica di emozione.
“Sì, lo so, anch’io ti amo”.
“È strano che un amore come il nostro non sia basato sull’essenza dell’amore tradizionale, no?”.
“È sempre stato strano tra noi… intenso… giocoso… inebriante…”.
Sono abituata a vederlo passare dall’allegria alla provocazione, dall’energia alla riflessività, ma stavolta c’è qualcosa di diverso. È come se mi stesse parlando e fosse contemporaneamente perso nei suoi pensieri. Un sottofondo oscuro resta sospeso sotto le sue parole. Non so se voglio o non sono in grado di esplorare più a fondo. Non poter fare domande non è d’aiuto, soprattutto considerato che ogni volta che lo faccio finisco nei guai. E adesso mi dice che mi ama. Queste montagne russe nel buio mi stanno diventando emotive, oltre che fisiche. Mi sento stanchissima, stordita, viva, calma, sensibile, leggera, energica, sopraffatta, spaventata, lasciva e speciale.
(Foto in evidenza: Rosario Vicino)