AUGUSTA – Non si è fatta attendere la replica del parlamentare regionale del Ncd Vincenzo Vinciullo alla sferzata della deputata nazionale del Pd Sofia Amoddio in merito alle dichiarazioni rilasciate sulla scelta della sede della prossima Autorità di sistema portuale.
Vinciullo riferisce di aver letto “angustiato, frastornato, addolorato e mortificato le dichiarazioni di un Deputato del Pd che, da qualche settimana, si occupa anche lei dell’Autorità portuale di Augusta e che quindi ritiene che, da quel giorno in poi, nessun altro può affrontare questo argomento“.
Aggiunge ironicamente: “E dopo avermi cosparso la testa di cenere e chiesto perdono, giuro e prometto che non farò mai più dichiarazioni sul mio lavoro se non vi sarà l’assenso formale e sostanziale del politburo (l’organo esecutivo presente nei partiti comunisti storici, ndr) del Partito democratico“.
Come aveva già evidenziato nei precedenti comunicati, afferma: “Vorrei però ricordare all’illustre Deputato che gli atti predisposti dall’attuale Ministro delle Infrastrutture sono riproduzione fedele della legge voluta dal Ministro del mio partito, on. Maurizio Lupi e quindi, nel fare il comunicato, non ho svelato alcun segreto di Stato, perché, ad oggi, le leggi continuano ad essere pubblicate su tutti i siti istituzionali e quindi spetta ad ognuno osservarle e farle osservare“.
Il parlamentare regionale dice la sua, anche su quanto accaduto all’interno della maggioranza di governo: “Quanto alla primogenitura della notizia, che è il motivo vero per il quale abbiamo dovuto subire bacchettate pubbliche, a prescindere da me, sfugge al Deputato del Pd, perché forse non aveva letto i giornali in quei giorni, che altri l’avevano già ampiamente comunicata e quindi il mio intervento era rivolto solo a difendere l’azione dell’attuale Ministro che, solo per avere applicato una legge dello Stato, aveva trovato qualche dissenziente all’interno della maggioranza governativa“.
Torna sulla bozza di decreto legislativo diffusa la scorsa settimana: “Il mio intervento quindi non era rivolto a creare problemi al Ministro, ma solo a ricordare a tutti che l’unica soluzione compatibile con la legge era quella prevista nella bozza che già, da giorni, comunque, circolava a tutti i livelli e che era stata perfino pubblicata su un giornale del settore della portualità“.
Vinciullo conclude: “Tuttavia, credo, forse presuntuosamente, che sull’argomento possiedo tutti i titoli per parlarne, perché seguo la vicenda da oltre sei anni, da quando cioè, per la prima volta, a livello di ragionamenti, si è cominciato a parlare della possibilità di accorpare le Port authority italiane; è chiaro che, se da oggi per parlare del proprio lavoro bisogna rivolgersi a qualche illustre collega e ai suoi Ministri, l’importante è che qualcuno me lo faccia sapere e io mi adeguerò“.