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Lukoil, mobilitazione 18 novembre, da Augusta appelli di sindacato e associazione datoriale

AUGUSTA – Mentre la mobilitazione generale sulla crisi del polo petrolchimico indetta a Siracusa per venerdì 18 novembre divide i sindacati promotori, con l’Uil che si recherà a Roma per il concomitante vertice all’ex Mise (oggi Ministero delle imprese e del made in Italy), da Augusta la Camera del lavoro lancia un appello alla partecipazione e anche un’associazione datoriale, Unionports, condivide le modalità dell’iniziativa siracusana.

Le preoccupazioni sulle sorti della nostra area industriale, che rappresenta più della metà del Pil della nostra provincia, per le prossime scadenze che riguardano la Lukoil e l’embargo del petrolio russo – scrive oggi Lorena Crisci, segretario della locale Camera del lavoro – Cgil – ma anche le problematiche Ias che rappresentano una spada di Damocle, giustificate dall’assenza di una politica industriale, rendono più che mai necessario un appello alla partecipazione delle rappresentanze politiche istituzionali locali, delle associazioni, del mondo della scuola e di tutta la cittadinanza nell’interesse generale del nostro territorio“.

Alcuni giorni prima, il 10 novembre, la mobilitazione con corteo a Siracusa, che resta promosso da Cgil e Cisl, ha incassato il “placet” di Unionports, cluster di imprese portuali di Augusta, oltre che di Siracusa e Catania. “Ben venga la mobilitazione generale del prossimo 18 novembre. Alla quale, crediamo, occorreva ricorrere già qualche mese fa“, ha dichiarato Davide Fazio, presidente di Unionports.

Sul caso Lukoil e sui rischi che corriamo in termini di occupazione e di economia in generale si sta facendo molta confusione – ha chiosato Fazio – O meglio, si annunciano soluzioni, si avanzano proposte, tipo comfort letter o intervento Sace, e poi si scopre che le banche, “tranquillizzate” dal Governo che possono erogare credito a Lukoil perché gli stessi sarebbero assicurati dallo Stato, non si fidano dello Stato. Sì, non si fidano dello Stato, stante alle voci che escono fuori da Lukoil circa la indisponibilità delle stesse banche, nonostante le “garanzie”, ad erogare credito, strozzando così Lukoil e le sue potenziali possibilità di “resistere” all’embargo del petrolio russo che scatterà nel vicinissimo 5 dicembre prossimo“.

A questo punto torniamo ad una proposta che abbiamo avanzato già otto mesi fa – ha sottolineato il presidente di Unionports – Se non ci sono strumenti alternativi che funzionano allora si ricorra alla temporanea nazionalizzazione di Lukoil. Si uscirebbe subito dall’impasse, con un sospiro di sollievo dell’intera economia. E ci auguriamo non ci siano veti di natura “ideologica”“.

(Nella foto di repertorio in copertina: pontili nel porto di Augusta a servizio dello stabilimento Isab Lukoil di Priolo Gargallo)


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