Marinarsen, Zappulla interroga il Ministro sul futuro occupazionale
AUGUSTA – Sono state numerose le denunce sia delle Rsu di Marinarsen di Augusta che delle organizzazioni sindacali unitarie provinciali, oltre agli interventi di forze politiche e sociali, per richiedere maggiore attenzione da parte del Ministero della Difesa e della Marina Militare verso lo stabilimento di Augusta.
Così il parlamentare nazionale del Pd Pippo Zappulla, componente della Commissione Lavoro della Camera, ha presentato un’interrogazione urgente al ministro della Difesa Roberta Pinotti, per conoscere se e come intende intervenire in direzione di un aumento dei carichi di lavoro, di potenziamento del personale, di aggiornamento e riqualificazione professionale e di integrazione di nuovi profili tecnici.
Si apprende che la pianta organica approvata sarebbe di 334 unità, mentre in attività ce ne sarebbero realmente 250. Riferisce Zappulla: “Quello che emerge con particolare virulenza è, causa pensionamento, la mancata integrazione di figure tecniche“.
Il parlamentare afferma: “Da più di dieci anni, molte lavorazioni sono state inopinatamente e incomprensibilmente spostate in altri siti impoverendo, in tal modo, di carichi di lavoro le strutture e mortificando professionalità e impegno, con inevitabili ricadute negative sull’indotto e l’economia di Augusta e del territorio“.
Prosegue nel ragionamento: “Il combinato disposto dello spostamento altrove di lavorazioni e carichi di lavoro normalmente realizzate ad Augusta e l’impoverimento professionale dell’organico di alcune figure sta rischiando di depauperare e impoverire la realtà di Augusta in modo assolutamente grave e inaccettabile“.
Zappulla ricorda le risorse già investite per potenziare Marinarsen di Augusta: “Si sono, peraltro, completati i lavori di adeguamento delle strutture e delle officine per un investimento importante di circa 50 milioni di euro ed è clamorosamente grave non utilizzarle, vanificando e di fatto sprecando risorse economiche e professionalità“.
Conclude: “Marinarsen di Augusta può davvero rappresentare il paradigma delle assurdità italiane: si grida giustamente allo scandalo per le zone grigie presenti nel lavoro pubblico e per lo spreco di risorse e poi si lasciano inascoltati 250 lavoratori che rivendicano di lavorare di più e meglio utilizzando e valorizzando professionalità, strutture e risorse“.