Miasmi nell’aria, l’Arpa risponde a Legambiente: le tre centraline di Augusta “fuori servizio” dall’estate
AUGUSTA – “In risposta ad una precisa richiesta di Legambiente, l’Agenzia regionale protezione ambiente (Arpa, ndr) ha confermato che le tre centraline Arpa di rilevamento dell’inquinamento atmosferico ubicate sul territorio di Augusta sono fuori servizio“. Lo rende noto in un comunicato Legambiente e precisamente Enzo Parisi del circolo di Augusta, Pippo Giaquinta del circolo “L’anatroccolo” di Priolo Gargallo, Paolo Tuttoilmondo del circolo “Chico Mendes” di Siracusa, oltre ai “componenti del consiglio direttivo” di Legambiente Sicilia.
Se ne parlava da alcuni giorni, con l’intervento sulla stampa di due consiglieri comunali, Biagio Tribulato e Angelo Pasqua, a ridosso della seduta consiliare monotematica del 30 novembre, calendarizzata sei mesi dopo la richiesta di convocazione, sulla vendita della raffineria di Augusta. “Vi sono tre centraline ubicate sul territorio di Augusta che rendevano edotta la cittadinanza su quello che inaliamo: sono spente o accese? Crediamo proprio siano spente“, affermavano i consiglieri rivolgendosi al Comune e invitando alla pubblicazione dei risultati dei monitoraggi “sul sito dell’Ente, che di fatto ha i dati aggiornati al 2015“.
Adesso l’associazione ambientalista rende pubblica la risposta ottenuta dall’Arpa. Per quanto concerne la centralina denominata “Villa Augusta”, nell’area urbana, Arpa fa sapere che “a maggio 2018 e successivamente a luglio, Arpa Sicilia ha proposto al Comune di Augusta lo spostamento della stazione che, come premesso, non fa parte del Pdv (Programma di valutazione, ndr). In attesa di risposta da parte del Comune di Augusta, Arpa Sicilia ha finora procrastinato l’intervento di manutenzione necessario all’analizzatore THC di tale centralina. Per tale motivo tale stazione risulta non funzionante dal mese di settembre”.
Per le due centraline poste in zona industriale, le stazioni denominate “Augusta – Marcellino” (ex Sasol) e “Augusta Megara“, l’ente regionale comunica che “anch’esse non rientranti nel Programma di valutazione (Pdv), sono fuori servizio rispettivamente da giugno e da agosto e per tali centraline è stata attivata richiesta di manutenzione straordinaria”.
Pertanto, Legambiente sostiene: “Per quanto a noi appaia poco chiaro perché le suddette centraline non siano comprese nel Programma per la valutazione della qualità dell’aria (Pdv), non bisogna in ogni caso sottovalutare che i dati da esse rilevati sono particolarmente significativi ed indicativi della compromissione della qualità dell’aria della zona. Basti pensare che nel 2017 le centraline hanno rilevato picchi di benzene di 76 μg/m3 a Megara e 266 μg/m3 in c.da Marcellino, stazione questa dove si registra il superamento della media oraria di 20 μg/m3 per ben 275 volte in un anno con il conseguente risultato della media annua più elevata (3,99 μg/m3) dell’intera rete regionale. Megara si piazza “seconda” in classifica con 45 superamenti della media oraria di 20 μg/m3. Alla luce di quanto sopra, a noi sembra indispensabile ed urgente, oltre che logico e ragionevole, che le centraline in questione siano mantenute efficienti ed in costante servizio anche perché, al di là del Pdv, esse possono e devono svolgere una funzione “sentinella” di cui a nessuno può sfuggire l’importanza“.
Non manca, da parte dell’associazione ambientalista, il richiamo alla responsabilità delle istituzioni locali e nazionali sui miasmi che ammorbano la popolazione del quadrilatero industriale, con le seguenti proposte: “Attuando con la massima celerità quel Piano di tutela della qualità dell’aria atteso da fin troppo tempo; implementando la legislazione, laddove carente, sulle sostanze non normate, come da oltre un decennio richiesto da Legambiente e, più di recente, anche da Arpa Sicilia; favorendo e/o imponendo quegli aggiornamenti del processo di produzione industriale che elimini l’emissione in ambiente di pericolosi inquinanti come il benzene (C6H6 è una sostanza altamente cancerogena per la quale l’Oms non ha stabilito alcuna soglia minima al di sotto della quale non esiste pericolo per la salute umana); curando la funzionalità e l’adeguatezza delle reti di rilevamento dell’inquinamento atmosferico; mantenendo sempre aperto il canale di informazione e di comunicazione con i cittadini“.
Infine, Legambiente si pone a difesa del nuovo Piano regionale di tutela della qualità dell’aria varato dalla Regione siciliana e contesta: “Non reputiamo invece un atto di responsabilità da parte della Esso (oggi Sonatrach) e di Sasol l’aver impugnato il Piano di tutela della qualità dell’aria con motivazioni che appaiono infondate e pretestuose. Non è questo il modo migliore per porre fine ai miasmi mefitici, così piuttosto si alimentano gli incendi e non il dialogo. Come Legambiente invitiamo l’amministrazione regionale e quelle comunali interessate ad opporsi all’impugnativa delle aziende petrolifere e ci dichiariamo – in nome del popolo inquinato – disponibili e pronti ad intervenire mei giudizi amministrativi per contrastare la cancellazione di uno strumento così importante per la salute dei cittadini“.
(Nella foto in evidenza: polo petrolchimico di Priolo)