Politica

Microfono negato a Tribulato, niente streaming per il report Lavori pubblici “sullo stato pietoso delle scuole”

AUGUSTA – Torna il bavaglio all’opposizione consiliare di Augusta. È questa, in sostanza, l’accusa contenuta nel comunicato diffuso da Biagio Tribulato dopo la seduta del 5 novembre. Lavori che il consigliere ha abbandonato, “rappresentando agli organi preposti lo stato delle cose“, perché “la parola non mi è stata concessa“. In discussione c’era un Piano delle opere pubbliche 2017/2019 praticamente “innocuo”, dato che si riferiva a un triennio in buona parte trascorso. Però l’esponente di Attivamente aveva ugualmente qualcosa da ridire su questa sorta di “finzione amministrativa“, se gliene fosse stata data l’opportunità.

Avrei chiesto di dare lettura di un documento riguardante le scuole, redatto a metà ottobre dallo stesso settore che ha presentato il piano triennale e inviato alle scuole stesse“. Una lettera in cui lo stesso Comune “ritrae in che stato pietoso si trovano tutti i plessi“. Tanto da indurre Tribulato a voler chiedere in aula “quali interventi manutentivi, straordinari e ordinari sono previsti nell’ambito di opere pubbliche come le scuole“.

E invece questa domanda non l’ha potuta fare, perché la presidente Sarah Marturana non gli ha concesso la parola. Un po’ perché non si è accorta che l’oppositore la chiedeva nei tempi opportuni, e un po’ perché fortemente condizionata dalla necessità di soffocare le polemiche della minoranza. Alle quali aveva dato il via Giuseppe Schermi, che da ex vicesindaco M5S conosce bene i punti deboli degli strumenti contabili dell’attuale amministrazione. La sua mozione pregiudiziale ha mostrato come il Comune abbia una corposa disponibilità di cassa – oltre 19 milioni – ma non riesce a usarla perché gli amministratori grillini si sono incartati: di fronte al ginepraio delle procedure per i progetti, alla fine preferiscono non prendersi responsabilità e non programmano nulla di concreto.

Per l’amministrazione, perciò, la diretta streaming sul Piano “inutile” è stata alquanto imbarazzante già dalle prime battute. Lo sarebbe stato a prescindere dall’intervento “tecnico” di Schermi – “che ha avuto la fortuna di essere stato mio assessore al Bilancio“, ha punzecchiato la sindaca Cettina Di Pietro – perché erano ancora freschi i postumi dello scontro coi revisori dei conti (il capogruppo 5S, Mauro Caruso, ha cercato di metterci una fasciatura tessendone pubblicamente le lodi). Il collegio, infatti, aveva messo per iscritto le difficoltà a svolgere il proprio compito a causa di documentazioni trasmesse “con comodo”, o non trasmesse affatto (vedi articolo).

Per il Movimento della “#trasparenza” sui social quel documento-denuncia non era proprio il massimo. Fra l’altro arrivato alla vigilia della seduta in cui si presentava, dopo 3 anni a Palazzo, con un vitale atto di programmazione ridotto a semplice “presa d’atto” (ammissione del caposettore Lavori pubblici, Carmelo Bramato) e “commissariati su tutti i bilanci” (osservazione del capogruppo Centrosinistra, Giancarlo Triberio).

Così ne è venuto fuori un dibattito per lunghi tratti nervoso. Con Di Pietro bellicosa a rintuzzare gli aspri interventi dell’opposizione, appoggiandosi agli archivi comunali. Al capogruppo di Augusta 2020, l’architetto Marco Niciforo, ha sostanzialmente rinfacciato i progetti commissionati (e pagati) dalle amministrazioni precedenti, e mai realizzati. Mentre per il capogruppo di #perAugusta, Peppe Di Mare, ha rispolverato una delibera datata in cui aveva espresso un voto che oggi (secondo la grillina) dovrebbe imbarazzarlo. A Triberio invece, di prima nomina e “sconosciuto” ai faldoni del Comune, ha riservato il solito avvertimento di possibile querela (fra l’altro mettendo in imbarazzo la segretaria generale, Dorotea Grasso, tirata in ballo come testimone di una presunta conversazione riservata avuta col consigliere).

Scontato perciò che gli animi si scaldassero, un po’ meno che Marturana cercasse di raffreddare il clima negando la parola a Tribulato. La grillina però respinge le accuse di parzialità e si difende parlando di puntuale applicazione del regolamento: “Quando si va a votazione la discussione viene conclusa. Se voleva la parola lo chiedeva in tempo. Stesso discorso per la maggioranza“. Marturana non ci sta a passare per “antidemocratica”, perciò prosegue dicendo come “non capisco che si fanno a fare le lamentele se il regolamento lo conoscono da anni. La prossima volta invece di battibeccare maggioranza ed opposizione senza autorizzazione, pensassero a richiedere la parola in maniera chiara e rispettando il regolamento“.

La presidente del consiglio, che aveva iniziato il suo incarico sforzandosi di essere equidistante, ha tuttavia dato l’impressione di aver virato verso una interpretazione “di parte” dei regolamenti. Forse perché gli serve dare prova di affidabilità al suo gruppo, e tardare l’avvicendamento nella carica previsto negli accordi. E magari perché – dicono i rumors – accarezzerebbe l’idea di fare la candidata sindaca, se Di Pietro dovesse rinunciare al bis. Alla fine a farne le spese è stato Tribulato, tacitato forse per mera distrazione o forse no. Ma che in ogni caso ha sollevato una questione reale: “Nel luogo deputato alla democrazia sorgono dei meccanismi tali che un consigliere eletto abbia difficoltà a poter prendere parte al dibattito politico“.


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