Migranti, inchiesta sulla rotta orientale verso le coste siracusane: a “cartello” 6 mila euro per viaggio
CATANIA – Nella mattina dell’1 dicembre, a Bari, Milano, Torino e Ventimiglia (Imperia), su delega della Procura distrettuale antimafia di Catania, è stato eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto da ufficiali di polizia giudiziaria delle squadre mobili di Siracusa, Bari, Imperia, Torino e Milano e del Servizio centrale operativo, nei confronti di 19 soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il tutto a conclusione di una complessa indagine denominata “Mondi connessi“.
L’inchiesta ha fatto emergere un presunto “cartello di facilitatori“, considerato necessario anello di congiunzione con gruppi criminali attivi in Turchia e Grecia che, a loro volta, agevolavano i migranti nel percorso verso la meta privilegiata (Francia e nord Europa) a fronte del pagamento di ingenti somme di denaro (circa 6 mila euro a migrante, per l’intero viaggio attraverso l’Afghanistan, il Pakistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia e l’Italia).
Il denaro corrisposto dalle famiglie dei migranti veniva accantonato in punti di raccolta in Turchia e poi versato al momento dell’arrivo del migrante nel Paese previsto, o attraverso sistemi di money transfer oppure con un meccanismo simile all’hawala (un particolare trasferimento di denaro basato sulla fiducia), come già verificato nel contrasto alle organizzazioni criminali nigeriane di tipo cultista.
L’intero network criminale aveva ampia disponibilità di denaro utile ad acquistare imbarcazioni, generalmente a vela, rubate o noleggiate, e a reclutare skipper in grado di pilotare le imbarcazioni verso la costa della provincia di Siracusa. Gli scafisti venivano remunerati con una somma pari a circa mille dollari per ogni traversata.
Le indagini, avviate nel 2018 dall’analisi di 10 sbarchi autonomi avvenuti lungo le coste della provincia di Siracusa, tutti con migranti provenienti dalla rotta del Mediterraneo orientale, segnatamente dalla Turchia o dalla Grecia, hanno fatto emergere “gravi elementi indiziari nei confronti di un sodalizio criminale – composto da curdo-iracheni, afgani ed italiani – che, previo compenso in denaro, favoriva sia l’ingresso illegale in Italia e poi in altri Paesi europei di migranti sia, talvolta, la regolarizzazione sul territorio nazionale di numerosi cittadini stranieri privi dei requisiti di legge, falsificando contratti di lavoro ed altra documentazione necessaria all’ottenimento del permesso di soggiorno“.
Secondo gli investigatori avrebbe operato, infatti, “una fitta rete di soggetti italiani e stranieri (quest’ultimi per la maggior parte titolari di permesso di soggiorno per protezione internazionale) dediti a favorire l’ingresso, la permanenza e il transito verso il nord Europa di migranti provenienti da Iran, Iraq, Afghanistan e Pakistan“, rilevando come la “organizzazione criminale, strutturata come vero e proprio network di gruppi indipendenti tra di loro ma tutti collegati alla centrale sita in territorio estero, operasse attraverso ramificazioni attive nelle città di Bari, Torino, Milano e Ventimiglia“.
Sempre secondo le risultanze investigative: il gruppo operante a Bari si occupava di fornire accoglienza ai migranti presso il domicilio di sodali al gruppo, ovvero presso abitazioni messe a disposizione da titolari di agenzie immobiliari, nonché di fornire documenti giustificativi per il rilascio dei permessi di soggiorno agli stessi migranti giunti in Italia e per il rinnovo di quello già in possesso di altri soggetti stranieri già presenti sul territorio europeo. Dalla città pugliese, i migranti venivano indirizzati verso le città di Torino e Milano per essere successivamente indirizzati a Ventimiglia, ove operava l’altro gruppo più nutrito; a Ventimiglia, il gruppo, composto totalmente da cittadini stranieri di nazionalità pakistana e afgana, si occupava di raccogliere e trasportare nottetempo i migranti in Francia, mediante l’utilizzo di veicoli e, una volta raggiunta la destinazione finale, di segnalare la circostanza per ottenere il pagamento pattuito da parte delle famiglie dei migranti.
Nel corso dell’operazione, un ulteriore soggetto, ritenuto “strettamente connesso al sodalizio criminale“, a carico del quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza, è stato sottoposto a misura restrittiva mentre era in procinto di effettuare un trasporto di migranti dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia verso la Francia. A seguito delle perquisizioni delegate è stato sequestrato ingente materiale, tra cui 17 telefoni cellulari, “principale strumento utilizzato dagli indagati per l’espletamento delle attività illecite“, 4 computer portatili, documenti vari e circa 25 mila euro in contanti.
(Foto di copertina: generica)