AUGUSTA – Il mancato rispetto del cronoprogramma dell’Asp dei lavori all’ospedale “Muscatello” sta generando forti malumori tra i cittadini e tra i consiglieri comunali che, meno di due settimane fa, si sono confrontati nella seduta monotematica con i dirigenti della sanità provinciale.
Così interviene il consigliere comunale di minoranza Enzo Canigiula, della lista “Civico 89”, già autore di un’interrogazione sui tempi previsti di apertura dei reparti di neurologia e oncologia, oltre che sulla riapertura delle sale operatorie, nuovamente rinviata. Canigiula rileva: “Come era facilmente prevedibile, e come dal sottoscritto esternato in Consiglio comunale, sono state disattese le aspettative che volevano l’apertura delle sale operatorie a breve termine, e ad oggi queste rimangono chiuse“.
Prosegue: “Stiamo assistendo allo scippo della dignità della nostra Città; spero di sbagliarmi, ma Augusta sta subendo un lento e inesorabile attacco da parte di chi vuole scippare quei pochi servizi rimasti“. E, con rammarico, ammette: “Nutro seri dubbi sul fatto che il nostro ospedale, come da mozione di indirizzo sottoscritta da tutti i consiglieri comunali, vedrà la nascita di Oncologia, di Oncoematologia, di Neurologia, che mantenga i 4 posti letto di Pediatria; nutro seri dubbi sull’istituzione dell’elisoccorso notturno e sul potenziamento del reparto di endoscopia; nutro seri dubbi che il nostro ospedale diventi centro regionale di riferimento per le patologie da amianto“.
Canigiula attacca: “Nutro seri dubbi sul fatto che venga applicata la legge! Tuttavia, mai come questa volta vorrei essere smentito“. Infine, ricordando anche quanto sta avvenendo ai danni della portualità augustana, paventa che ancora una volta sia “la politica a farla da padrona e, mentre i nostri rappresentanti sviscerano proclami a destra e a manca, in altri luoghi i politici che contano fanno i fatti“.
Conclude con un appello: “Ciò considerato, invito tutte le forze politiche che amano Augusta sempre, e non solo in determinati periodi, a non abbassare la guardia e, se necessario, a ricorrere a forme di protesta legali ma forti“.