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“Nessuno tocchi padre Palmiro”, le voci dal sagrato della chiesa Madre

AUGUSTA – Ha scosso i fedeli una recente lettera aperta scritta da don Palmiro Prisutto e veicolata dalla stampa, in cui il sacerdote riferisce che l’arcivescovo di Siracusa, dopo averlo chiamato a guidare la parrocchia della chiesa Madre oltre due anni fa, lo avrebbe informato di non considerarlo più “il suo referente per Augusta”. Un colloquio che, secondo quanto da noi appreso, sarebbe avvenuto lo scorso giugno. Intervistato in esclusiva da La Gazzetta Augustana.it, don Prisutto ha escluso l’esistenza di una richiesta ufficiale di dimissioni da parte della Curia, pur rilevando il perdurante silenzio dell’arcivescovo dinanzi ai durissimi attacchi subiti da parte di tre confraternite cittadine.

Quindi il trascorso venerdì 19 agosto, come già avvenuto a marzo, ha visto una seconda mobilitazione di parrocchiani e alcune centinaia di cittadini, al fine di manifestare solidarietà a padre Palmiro per certe accuse ricevute e condivisione del suo operato come arciprete e del suo ruolo sociale attivo a difesa della vita e dell’ambiente. Don Prisutto, è risaputo, a seguito di decenni di battaglie è diventato un simbolo della lotta contro l’inquinamento derivante dal polo petrolchimico e un riferimento per le famiglie funestate dal cancro.

I cittadini si sono presentati numerosi all’appuntamento sul sagrato della chiesa Madre, fissato per le ore 18,30 e fatto circolare sui social network dai promotori Carmen Bonfiglio e Angelo Bassetta. Carmen Bonfiglio ci ha spiegato: “Da un paio di giorni, con un passaparola tramite facebook, abbiamo creato l’evento, un incontro più che una manifestazione, per rispettare insieme a don Palmiro il patrimonio ambientale augustano che lui da anni difende, ma questa sera non è solo. Ci siamo noi, ci sono le persone presenti qui a sostenerlo. È una persona onesta e di fede, un uomo religioso e un combattente, tengo a sottolineare questo: lui cerca di far rispettare il comandamento cristiano di “non uccidere”, pertanto non deve andar via da qui”.

L’altro promotore della manifestazione di solidarietà, Angelo Bassetta, ha aggiunto: “Credo che se un sacerdote non esce mai dal cenacolo non possa completare la sua vocazione. Don Palmiro l’ha fatto e lo fa ancora, impegnandosi nel sociale, come ogni uomo di Chiesa dovrebbe fare…”.

L’iniziativa di sostegno si è tradotta concretamente in una raccolta firme, precedentemente avviata, e che ha trovato corpose adesioni proprio venerdì sera. A promuoverla i rappresentanti della parrocchia della chiesa Madre Andrea Gulino e Marcella Spanò, la quale a tal proposito ha riferito: “Questa manifestazione è una delle tante iniziative volte ad appoggiare don Palmiro. Da frequentatori della sua chiesa, non troviamo alcun motivo per cui lui debba essere attaccato o per cui possa dar fastidio, solo perché porta avanti proposte per il miglioramento della qualità della vita nella nostra città“. I due fanno sapere che sono state raccolte oltre duemila firme.

Presenti all’incontro anche alcuni rappresentanti dell’associazione “Genitori e figli”, insieme al presidente Antonio Caruso. A parlare con noi una componente dell’associazione, Loredana Marseguerra, che ha asserito: “Crediamo che tutto quello che lui ha fatto per il nostro paese sia importante, principalmente per la questione dell’inquinamento ma anche per dar luogo alle nostre feste patronali e dei quartieri, continuandone la tradizione e dandone lustro. Noi ci sentiamo di appoggiarlo“. Ferma l’esternazione del presidente Caruso: “È il nostro prete, un pezzo di cuore per Augusta”.

Due gli striscioni esposti sul sagrato e rivolti alla piazza Duomo, recanti le scritte: “W i sacerdoti, W Don Palmiro” e “Tutti ‘na uci: Don Palmiro non si tocca”. Numerosi i volantini diffusi con slogan del seguente tenore: “Io sto con Padre Prisutto”, “Gesù o Barabba”, “Nessuno tocchi Padre Palmiro”.

Le firme e la lettera redatta da parrocchiani e fedeli hanno come primo destinatario proprio l’arcivescovo di Siracusa, per spiegare le ragioni del sostegno a don Prisutto e fugare il rischio di una “destituzione”. I promotori ci hanno anticipato che successivamente si proverà a recapitare lettera e sottoscrizioni ai vertici romani della Curia. Alla manifestazione è seguita la santa messa in chiesa Madre, officiata da padre Palmiro. Tra le prime reazioni, più o meno dirette, si registra la rimozione del cartellone esposto all’ingresso della chiesa della Anime Sante, su cui era affisso da settimane l’ormai noto manifesto, a firma di tre confraternite, di attacco all’arciprete.

Alessandra Peluso


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