Perché donare il midollo osseo, l’incontro Lions – Admo con gli studenti del “Ruiz”
AUGUSTA – Era il 2002 quando Gloria, una giovane donna di 35 anni, subito dopo aver partorito, scoprì di essere affetta da leucemia: “Il mio è stato un iter da manuale, fortunatamente il donatore era tra i miei familiari. Ho un fratello e una sorella, e proprio mio fratello aveva un midollo compatibile col mio quindi, fatta la chemio e poi il trapianto, sono qui e sto bene. Purtroppo però non è per tutti così, io avevo trentacinque anni ed ero la più vecchia ma alcuni di loro erano dei bambini e senza un donatore”.
Gloria ha voluto offrire testimonianza della propria storia a lieto fine, diversa da molte altre che non hanno lo stesso epilogo, ed è proprio per invertire questa tendenza che l’Admo, Associazione midollo osseo, e i Lions club portano la loro campagna itinerante, di sensibilizzazione e informazione, nelle scuole.
Venerdì 22 aprile alle ore 12,15, l’Istituto superiore “Arangio Ruiz” ha ospitato nell’aula magna un incontro con gli studenti. Il presidente del Lions club cittadino Giovanni Alga, già conosciuto dagli studenti in occasione delle iniziative del parallelo progetto “Martina”, ha introdotto i relatori dell’incontro: il responsabile del centro trasfusionale dell’ospedale “Muscatello” Salvatore Di Fazio e il responsabile Admo per la provincia di Siracusa Massimo Fazio.
“Noi siamo un polo di reclutamento per la donazione del midollo osseo, come tutti i centri trasfusionali siciliani che sono stati coinvolti, da un decreto regionale, a tale scopo. Quindi, tutti i giovani tra i 18 e i 35 anni che desiderino entrare a far parte della schiera dei donatori, possono recarsi nei nostri centri per fare il prelievo di tipizzazione e diventare donatori”, così il dottor Salvatore Di Fazio ha cominciato a spiegare cos’è il midollo osseo e la sua importante funzione di fabbrica del sangue, in quanto al suo interno prendono vita le cellule staminali che diverranno globuli rossi, bianchi e piastrine.
“Attenzione! Il midollo osseo non è quello spinale, a volte vengono confusi ma quello che serve per il trapianto è quello osseo”, ha messo in chiaro il medico del “Muscatello” prima di introdurre la leucemia ed illustrarne le diverse tipologie, quella acuta, cronica, mieloide e linfoide, tutte con una caratteristica comune: la presenza di cellule tumorali nel midollo osseo. Le conseguenze sono: anemia causata dalla riduzione dei globuli rossi, infezioni causate dalla riduzione dei globuli bianchi ed emorragie causate dalla diminuzione delle piastrine. La cura per la leucemia consiste nella somministrazione di chemioterapici e/o radioterapia, allo scopo di distruggere le cellule tumorali del midollo e dopo il trapianto del midollo a mezzo trasfusione. Le tecniche di prelievo avvengono sotto anestesia totale e la quantità di midollo prelevata al donatore è di circa 700 c.c., una quantità che il corpo umano riesce a ricostituire nel giro di soli dieci giorni. Si è ricordato, ancora, che il trapianto di midollo serve anche per la cura della talassemia.
Il secondo relatore, Massimo Fazio, ha raccontato di come è entrato in contatto con l’Admo: “Circa venticinque anni fa, vidi uno spot dell’Admo in televisione, era il primo che facevano, io ero già donatore di sangue e, quindi, questa sensibilità mi ha portato ad allargare il mio senso di donazione. Chiamai il numero verde che passava in sovrimpressione durante lo spot e mi rispose una signorina della sede di Milano, la quale si stupì sentendo che stessi chiamando dalla Sicilia e m’informò che qui non c’erano ancora dei presidi”. Qualche mese dopo fu contattato, sottoposto alla cosiddetta tipizzazione, il prelievo di sangue necessario a registrare le eventuali compatibilità per la donazione del midollo, e invitato ad aprire la prima sezione siciliana. Oggi l’Admo vanta diverse sezioni provinciali e centri di reclutamento.
Lo stesso Fazio ha presentato un giovane augustano di 23 anni, Federico, già donatore di sangue, che da poco ha deciso di diventare donatore di midollo: “Se un mio caro si ammalasse di leucemia e il mio midollo non fosse compatibile col suo“, ha spiegato il ragazzo, “vorrei che dall’altra parte del mondo ci fosse un ragazzo che, come me, abbia fatto la scelta di essere un donatore e che il suo midollo possa essere compatibile con quello della persona a cui tengo, come il mio potrebbe essere compatibile per un suo caro”.
L’incontro si è chiuso nella speranza, quando, a margine della conferenza, uno studente frequentante l’ultimo anno del “Ruiz” ha deciso di registrarsi per la tipizzazione e così diventare, anche lui, un donatore.
Marcello Marino