Prosegue il corso “Le pietre e i cittadini”, i docenti a lezione su villaggi preistorici ed ex Saline di Augusta


AUGUSTA – Venerdì 3 marzo nell’aula “Vallet” del Liceo “Megara” si è tenuto il sesto incontro nell’ambito del corso di formazione nazionale per docenti “Le pietre e i cittadini” promosso dalla sezione locale dell’associazione “Italia nostra“, presieduta dalla docente Jessica Di Venuta, che del corso è coordinatrice.
Il tema centrale del simposio è stato una ricostruzione del paesaggio augustano antico, delle sue caratteristiche geologiche, morfologiche e naturali, attraverso l’analisi delle fonti, con particolare riguardo a quelle cartografiche e l’analisi delle informazioni che ancora sopravvivono nei toponimi moderni. Relatori sono stati Rosa Lanteri, archeologa specializzata in topografia antica, e Barbara Roggio, archeologa PhD in cultura e territorio.
La Lanteri, con un contributo intitolato “Archeologia e paesaggio: gli insediamenti antichi nel territorio di Augusta”, ha illustrato il rapporto tra gli insediamenti umani e le risorse idriche nel territorio, evidenziando in particolar modo come e in quale misura le caratteristiche ambientali e le sue risorse abbiano influito sull’occupazione e lo sfruttamento del territorio fin da quando, a partire dal Neolitico, l’uomo ha iniziato a stanziarsi in maniera stabile costituendo veri e propri villaggi. Il territorio di Augusta, solcato da fiumi un tempo navigabili, è stato abitato in maniera quasi capillare e senza soluzione di continuità dalla preistoria fino ai nostri giorni. Infatti lungo il corso del Porcaria, del Mulinello, del Marcellino e del Cantera, vi è ampia traccia di insediamenti umani, che coprono un arco cronologico compreso tra l’età neolitica e l’Alto Medioevo.
Successivamente, la Roggio ha argomentato sulle ragioni e i presupposti che giustificano l’istituzione di una riserva orientata nel sito delle ex Saline di Augusta. Relazionando su “La creazione di una riserva orientata ad Augusta: riflessioni di un’archeologa”, ha dimostrato, illustrandone la storia attraverso l’esame dei reperti archeologici ritrovati, la presenza ultra millenaria della coltivazione del sale nella nostra regione e la sua importanza economica già in epoca preistorica. Infatti, l’estrazione del sale è una pratica che risale all’antichità e che storicamente, fino ad epoche non così lontane dalla nostra, fu l’unico modo di conservazione dei prodotti alimentari assieme a quello dell’essiccazione. Il contributo della Roggio è stato presentato nel 2015 presso l’Università di Cambridge in occasione del convegno internazionale “Craft and production in the European Iron Age”.
Da quanto accennato sugli argomenti trattati, resta forte ed evidente l’impegno profuso dalla sezione locale di “Italia nostra”, non solo a favore del patrimonio storico e culturale della città, ma soprattutto verso le ex Saline, vero e proprio scrigno di biodiversità ed elemento qualificante del paesaggio augustano, un sito di importanza comunitaria che andrebbe certamente tutelato e valorizzato.