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Quale futuro per il porto di Augusta?

AUGUSTA – Tra le notizie che abbiamo riportato in questi mesi e quelle che si apprendono da fonti istituzionali e riviste di settore, si moltiplicano i segnali negativi e i campanelli di allarme per lo scalo portuale, militare e commerciale, della città di Augusta.

La Base navale militare e l’annesso Arsenale rischiano un drastico ridimensionamento a seguito della dismissione di ben quattro corvette, vendute al Bangladesh, e allo spostamento di quattro pattugliatori a Messina, che già ospita cacciamine e pattugliatori della Guardia costiera e della Guardia di finanza, voluto per rivitalizzare la base navale della città dello Stretto.

Sul versante commerciale vengono rimessi in discussione gli ingenti finanziamenti, per risorse complessive pari a circa duecento milioni di euro, per il completamento delle banchine e dello scalo per container, mentre si accentuano le pressioni della politica e dell’imprenditoria catanesi per “scippare” l’autorità di sistema portuale ad Augusta, proprio alla vigilia delle nomine da concordare tra Stato e Regione.

Se a ciò si aggiungono i gravi problemi logistici connessi ai continui sbarchi di migranti, che paralizzano le attività della banchina commerciale, e le mancate bonifiche, ne esce un quadro allarmante che, come da più fronti invocata, solo una grande, immediata ed unitaria mobilitazione istituzionale e sociale potrebbe scongiurare.


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