Riesplode la polemica sul “relitto della morte”. Quanto è costato finora e dove finirà?
AUGUSTA – Dopo il contestato, complesso e costoso (22 milioni di euro, secondo fonti di stampa) recupero del “relitto della morte“, il barcone affondato al largo delle coste libiche il 18 aprile del 2015, con il tragico annegamento di circa settecento migranti, adesso la polemica monta tra comitati, associazioni, partiti politici e si sposta sul versante della destinazione finale del medesimo relitto.
Il “Comitato 18 aprile“, di cui è portavoce Cettina Saraceno, formato da Cgil, Legambiente e alcuni parroci, preme, con l’avallo del sindaco pentastellato Cettina Di Pietro annunciato un anno fa, affinché il barcone sia trasferito dal pontile Nato all’ex chiesa all’aperto di Monte Tauro, per realizzare un “Giardino della memoria” dedicato alle vittime delle migrazioni. Il Comitato critica altresì la recente scelta del governo Gentiloni di stanziare altri 600 mila euro per trasferire ed esporre definitivamente il barcone a Milano, nei pressi dell’Università statale. Propone invece di destinare la stessa somma al salvataggio di altri migranti.
Ancor più netta e dettagliata è la contestazione proveniente dai due consiglieri comunali di Articolo uno – Mdp – Liberi e uguali, Giancarlo Triberio e Franco Lisitano, i quali evidenziano il doppiopesismo del Pd e del governo nazionale rispetto alle contrapposte richieste di destinazione del barcone, avanzate da una parte dalla deputata nazionale siracusana Sofia Amoddio attraverso un’interrogazione presentata sei mesi fa e a cui non è stata data risposta, e, dall’altra, da 39 parlamentari dello stesso partito tramite un’interpellanza: la prima in favore di Augusta e l’altra a beneficio di Milano. Sulla questione i due consiglieri di minoranza hanno pure protocollato nei giorni scorsi una mozione consiliare per impegnare l’amministrazione a sostenere in tutte le sedi il progetto del “Comitato 18 aprile”.
Tra i distinguo interni al Pd, spicca la posizione espressa ieri, in conferenza stampa, dai referenti locali dei Giovani democratici, Manuel Mangano e Luca Campisi, rispettivamente segretario cittadino e componente dell’esecutivo regionale dei giovani del Pd. Rendendo nota l’intesa a riguardo con la deputata Amoddio, Mangano ha affermato: “Questo sarebbe l’ennesimo scippo alla città di Augusta. Il barcone rappresenta un simbolo per gli augustani che in questi anni hanno lavorato senza sosta per la tutela dei diritti umani. Con premuroso impegno, daremo sostegno al “Comitato 18 aprile” nel tentativo di andare a placare le iniziative prese da deputati anche del nostro partito”. Andando oltre, Campisi ha annunciato l’intenzione di lanciare una petizione per richiedere il riconoscimento della data del 18 aprile quale “giornata della memoria che possa essere celebrata ogni anno ad Augusta”.
Di segno completamente opposto il commento dei coordinatori cittadini di Fratelli d’Italia, Marco Failla ed Enzo Inzolia, che denunciano “l’enorme, inutile spreco di denaro pubblico“, evidenziando come con la stessa somma, di circa 22 milioni, già spesa per il recupero del barcone e di ciò che restava del suo carico umano si sarebbe potuto “concretamente alleviare il disagio di almeno 20 mila indigenti (italiani e non) della nostra provincia“, la quale conta attualmente quasi centomila poveri, come recentemente denunciato proprio dal deputato nazionale di Articolo uno, Pippo Zappulla, della sponda politica opposta. “Ampia riserva” viene espressa, inoltre, dai rappresentanti di Fratelli d’Italia sulla scelta del sito per l’eventuale posizionamento del relitto, in quanto l’ubicazione finora proposta è ritenuta “uno degli scorci panoramici di Monte Tauro, sfuggiti allo scempio edilizio“.
Per completezza, va altresì detto che oltre all’interrogazione e all’interpellanza parlamentari già citate, sulla vicenda del recupero del barcone lo scorso anno furono rivolte all’allora governo Renzi due interpellanze, a luglio e a settembre, da parte dei senatori Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi, esponenti dell’opposizione di centro-destra. Chiesero lumi sui costi sostenuti e sulle società incaricate. Non è escluso che, prima o poi, della dolorosa quanto dispendiosa vicenda, siano chiamate ad occuparsi la magistratura penale e quella contabile.