Sea Watch, “staffetta” parlamentari Pd per lo sbarco. Articolouno-Mdp: “Ci sono persone sfuggite a torture, non crocieristi”
AUGUSTA – Nuovi interventi dall’area politica del centro-sinistra sulla vicenda della Sea-Watch 3, la nave della ong tedesca battente bandiera olandese, con 47 migranti a bordo, che da quattro giorni è alla fonda nella baia di Santa Panagia, in acque siracusane, in attesa di conoscere la destinazione.
Nel pomeriggio, i parlamentari del Partito democratico sarebbero riusciti a salire a bordo della nave, nonostante l’ordinanza della Capitaneria di porto di Siracusa che disponeva l’interdizione dello specchio acqueo per mezzo miglio intorno alla Sea-Watch 3. Insieme al neo segretario regionale del Pd, Davide Faraone, c’erano Maurizio Martina, ex ministro e attuale candidato alle primarie per la segreteria nazionale, Carmelo Miceli, Matteo Orfini, Fausto Raciti, Valeria Sudano e Francesco Verducci.
Si tratta della prima iniziativa nell’ambito dell’annunciata “staffetta democratica“, cioè parlamentari Pd a bordo della Sea-Watch “finché ai 47 migranti, a partire dai minorenni, non sarà permesso di sbarcare in Italia“.
Dal fronte di Articolo uno – Mdp, soggetto politico che un mese fa, dopo essersi sfilato da Liberi e uguali, si è riorganizzato in provincia con l’intento di costruire un nuovo partito di sinistra popolare, arriva un comunicato congiunto del coordinatore regionale e presidente provinciale Pippo Zappulla, insieme ai coordinatori cittadini di Siracusa e Augusta, rispettivamente Ninni Gibellino e Giancarlo Triberio.
“Quello che sta accadendo a pochi metri dalla costa siciliana e siracusana è l’ennesima dimostrazione della strumentalizzazione politica che Salvini e il suo governo stanno realizzando sulla pelle di disperati – affermano – Sulla Sea Watch ci sono persone e non crocieristi, sfuggite alle torture e con evidenti segni sulla loro pelle ed in gravi condizioni mediche e psicologiche. Gente e persone che hanno trascorso lunghi mesi nelle carceri libiche e che hanno già rischiato la vita in mare: basta riavvolgere il nastro della memoria e della storia per rivedere i nostri avi, magari parenti e conoscenti“.
“Il presidio, a cui abbiamo aderito e con convinzione partecipato, insieme ad associazioni, sindacati, rappresentanti delle istituzioni, associazioni religiose e parrocchie, scout e tanti cittadini – aggiungono in riferimento al sit-in in contrada Stentinello di sabato mattina (vedi articolo e servizio) – non sono sceneggiate buoniste ma il cuore dell’umanità, per fortuna ancora fortemente presente nella nostra società, ed emozionante è stato il canto delle ragazze e ragazzi dell’Inda presenti al presidio per gridare restiamo umani, fateli scendere“.
“La scelta assunta da parlamentari di forze politiche molto diverse tra loro di verificare a bordo le reali condizioni – proseguono i tre esponenti di Articolo uno – Mdp – testimonia ulteriormente che di fronte alla sofferenza umana e alla necessità di portare soccorso non esistono differenze politiche ma prevale il buon senso, lo spirito umanitario e i principi della nostra costituzione. La smettano dunque di speculare sulla povera gente: nessun diritto degli italiani sarà messo in discussione se verranno fatti scendere da quella nave. Nessuno dei problemi dei terremotati, dei disoccupati, dei pensionati passa dalla vita o dalla morte di 47 disperati alla sola ricerca di una vita migliore“.
“Siamo e saremo sempre e comunque contro i trafficanti di vite umane, contro gli scafisti, contro la malavita che lucra su di loro – precisano – e saremo sempre e comunque perché a pagare il prezzo dell’immobilismo dell’Europa e delle sciagurate e razziste politiche di questo governo non siano persone, uomini, donne e tanti bambini che rischiano la vita, scappando da guerre e violenze di ogni genere e fame, per cercare semplicemente di vivere“.