Sede Autorità portuale e inchiesta petrolio, Vinciullo: “Interferenze rivelatesi inesistenti, caduto ennesimo velo”
AUGUSTA – Praticamente tutti i soggetti coinvolti a vario titolo in qualità di indagati nel filone del porto di Augusta dell’inchiesta “Tempa Rossa” hanno visto recentemente le proprie posizioni archiviate. La vicenda era stata strumentalizzata da più parti politicamente per motivare le ragioni dello “scippo” della sede dell’Autorità di sistema portuale in danno di Augusta, con il trasferimento a Catania. Si ricordi la frase del presidente della Regione Crocetta sul “quartierino” raccolta da una testata regionale e per la quale, a seguito di querela per diffamazione sporta dall’imprenditore augustano Gemelli, il governatore dovrà risponderne in sede giudiziaria (vedi scoop de La Gazzetta Siracusana.it).
Anche il presidente della commissione Bilancio e Programmazione all’Ars Vincenzo Vinciullo decide di intervenire sulla “indagine relativa a presunte, ora rivelatesi inesistenti, interferenze sulla gestione del porto commerciale di Augusta“. Prosegue: “La conclusione delle indagini, con l’emissione del decreto di archiviazione, oltre a ridare, evidentemente, serenità a chi lo ha ricevuto, ha anche ripercussioni di carattere politico nella nostra provincia, in quanto, soprattutto a livello di mass media, si era giustificata e si era cercato di sostenere la necessità di trasferire la sede dell’Autorità di sistema portuale da Augusta a Catania, proprio per evitare ingerenze esterne ora, ripeto rivelatesi, inesistenti“.
Chiama soprattutto la politica a riprendere la battaglia per il mantenimento della sede ad Augusta, denunciandone un “insopportabile silenzio“: “Adesso, cade anche questo velo e, di conseguenza, credo che dobbiamo ritornare a chiedere con maggiore forza e con maggiore determinazione che venga rispettata la legge e venga data esecuzione alla decisione assunta nel 2013 della Comunità europea. Alla politica, alla società civile, al mondo imprenditoriale e sindacale chiedo, ancora una volta, di impegnarsi in questa battaglia, che è una battaglia di dignità prima ancora che di riconoscimenti politici“.
Vinciullo conclude ricordando il suo esposto alla Procura perché si accertino eventuali vizi di forma nelle procedure per il trasferimento della sede dell’Adsp e auspicando che “così come accaduto con l’hotspot che si voleva costruire nel porto di Augusta, anche in questo caso il Ministero intervenga, ricordando a tutti, e primo fra tutti al Presidente dell’Autorità portuale di Augusta, che il decreto di trasferimento della sede a Catania non è stato ancora pubblicato nei modi e nelle forme previste dalla legge e che, di conseguenza, sarebbe opportuno non applicare decreti che continuano ad essere sconosciuti alla moltitudine degli italiani, così come ha affermato correttamente il Tar di Catania in una recentissima sentenza“.