Si concludono le serate estive letterarie di Naxoslegge-Nostos a Brucoli, presentato cahier su Sambuca di Sicilia
AUGUSTA – Si è conclusa giovedì 30 agosto la rassegna “Viaggio in Sicilia – tra luoghi, non luoghi e luoghi comuni” organizzata da Naxoslegge, festival itinerante della narrazione, della cultura e del libro, e Nostos, festival itinerante del viaggio, in collaborazione con la Lega navale italiana delegazione Brucoli-Augusta che ha messo a disposizione la propria sede in via Libertà a Brucoli per i quattro incontri previsti.
La rassegna, che ha esordito il 25 luglio ospitando la scrittrice siciliana Marinella Fiume e Piero Romano, docente e astrofotografo, con la presentazione del loro libro Viaggio in Sicilia, ha concluso i suoi appuntamenti con il quarto incontro dal titolo “Rotta sui borghi di Sicilia”, che ha visto la partecipazione della scrittrice siciliana Licia Cardillo Di Prima ed il suo libro Sambuca di Sicilia. Tra mito, storia, letteratura e arte.
L’autrice ha al suo attivo numerose pubblicazioni che le sono valsi diversi premi letterari e, inoltre, ha collaborato con Mediterraneo e La Repubblica – Palermo.
Il libro presentato, in realtà un cahier di viaggio in perfetto accordo con quello che è lo spirito di Naxoslegge, ovvero la ricerca del “genius loci” di una comunità, accompagna i lettori in un viaggio ad ampio spettro su una piccola parte di territorio della Sicilia occidentale, ricco di segni, armonia e bellezza e, nel cuore del quale, è ubicata Sambuca di Sicilia, proclamata “Borgo dei borghi 2016“.
Dopo una breve introduzione della scrittrice e del suo libro, Mariada Pansera, referente locale di Naxoslegge, ha condotto l’incontro sulla falsariga di un’intervista, ponendo all’autrice diverse domande non solo inerenti al libro e al suo protagonista, ma, attraverso la citazione del concetto di “restanza” coniato dall’antropologo Vito Teti, toccando anche la corda del sentimento di chi decide di rimanere nel proprio luogo di origine raccontandolo, come ha fatto Sciascia, come non ha fatto Consolo.
Nel suo cahier, l’autrice mostra la profonda stratificazione storico- culturale di Sambuca di Sicilia, dove risiede, partendo dalle origini. Fondata intorno all’830 dagli Arabi e chiamata Zabut in onore dell’emiro (Al-Zabut) che qualche tempo prima aveva lì eretto un castello, Sambuca ha sempre conservato attraverso le varie epoche storiche il suo antico nome finché Mussolini, nel 1923, non lo cancellò ribattezzando il borgo con il nome di Sambuca di Sicilia, per differenziarlo dall’altro Sambuca, in Toscana.
Già dal periodo rinascimentale, Sambuca inizia ad accrescere la sua attrattiva anche grazie al suo sviluppo edilizio: risale infatti a questo periodo la costruzione di palazzo Panitteri, e sempre in questo periodo viene innalzato da baronìa a marchesato; al successivo periodo barocco risale invece la nascita della via principale, corso Umberto I, lungo la quale furono costruiti i principali palazzi nobiliari, Ciaccio e Beccadelli, ed i principali centri di culto, chiesa del Carmine e monastero di Santa Caterina.
Ma fu nel 1800 che Sambuca di Sicilia raggiunse una prestigiosa fama; il borgo appariva essere quanto mai prospero e vivace grazie soprattuto ad una intensa attività culturale ad opera di un gruppo di intellettuali illuminati che vedevano la loro massima espressione in Vincenzo Navarro ed Emanuele Navarro della Miraglia che furono ad un tempo patrioti, letterati e poeti; di questo periodo la nascita del teatro “L’Idea”, inaugurato nel 1882 diventando comunale. Tra gli artisti sambucesi di rilievo il pittore Giambecchina, apprezzato dalla critica nazionale ed internazionale.