Si infittisce la polemica sulle scuole augustane senza riscaldamenti
AUGUSTA – Se ci sono plessi scolastici come il Polivalente condiviso dai comprensivi “Costa” e “Todaro” in cui gli alunni, e gli insegnanti, hanno dovuto patire il freddo di dicembre ma con la promessa dell’avvio dell’impianto di riscaldamento al ritorno dalle festività natalizie (vedi articolo), ci sono altri plessi di istituti comprensivi che non sono neppure dotati di un impianto di riscaldamento. I fatti sono noti ovviamente ai rispettivi dirigenti scolastici, consigli d’istituto, che ciclicamente hanno segnalato la questione all’amministrazione comunale.
La redazione riceve una nuova lettera aperta, questa volta da una madre di due alunne frequentanti il plesso di Brucoli del comprensivo “Orso Mario Corbino”. È la signora Adriana Pulvirenti, componente da tre anni del consiglio d’istituto, a scriverci: “L’anno scorso, nel periodo natalizio, noi mamme abbiamo allestito un mercatino di dolci e manufatti. Con il ricavato abbiamo comprato otto stufe per le nostre otto classi. Inoltre la Gespi ha fatto una donazione alla scuola e con una parte di questi soldi sono stati comprati 8/10 scalda acqua, due dei quali sono stati installati dalla squadra lavori del Comune nel plesso di Brucoli. In quell’occasione l’amministrazione ci ha concesso un aumento della potenza elettrica“.
Ma, evidentemente, le stufe costituiscono una soluzione-tampone e, pare, neppure pienamente soddisfacente. “Purtroppo le stufe riscaldano poco e niente – prosegue la lettera della signora –, le aule sono troppo grandi e i soffitti alti, pertanto abbiamo chiesto l’installazione di almeno 8/10 condizionatori, necessari al benessere dei bambini. Condizionatori che ancora non sono stati installati“.
Ci informa, infine, che nella stessa condizione si trovano altri plessi scolastici, per restare soltanto al “Corbino”, anche il plesso “Morvillo” e il plesso “La Face”, in “una parte“. “Spero che l’amministrazione se ne occupi prima possibile. Bambini ed insegnanti sentono freddo, si ammalano spesso e perdono tanti giorni di scuola. Non credo sia ammissibile“, conclude nella lettera la signora Pulvirenti.