Storia e futuro del porto di Augusta in un convegno al municipio. Novità su progetti avviati e obiettivo Zes
AUGUSTA – “Augusta tra passato e futuro – Il ruolo del porto e del suo sviluppo“ è il titolo della conferenza, a più voci, tenuta nel salone “Rocco Chinnici” del municipio il 19 ottobre, organizzata dalla Commissione comunale di storia patria, che grande attenzione ha suscitato nel folto pubblico, sia per l’interesse storiografico, sia per le prospettive del futuro prossimo.
La conferenza ha preso spunto dalla tesi di laurea, “Il porto militare, commerciale e industriale (1945 e il 1960)”, della giovane augustana Ramona Vicchitto, visibilmente emozionata, anche se supportata alla presenza del relatore della tesi, il prof. Salvatore Adorno, docente di Storia contemporanea al Dipartimento di Scienze umanistiche dell’ateneo catanese. Per redigere la tesi, Vicchitto ha compiuto la ricerca sui documenti dell’Archivio storico del Comune, cui, dopo la laurea, ha donato una copia.
Dopo i saluti istituzionali del sindaco, Cettina Di Pietro, dell’assessore alla Cultura, Giusy Sirena, e del presidente della Commissione comunale, Giorgio Casole, Adorno ha ricordato il momento in cui gli sono venuti nelle mani tre faldoni di documenti sul porto di Augusta, che giacevano nell’Archivio comunale e “aspettavano soltanto di essere letti“. “Alla fine Ramona ha prodotto questa tesi che ha ottenuto il massimo dei voti: quei faldoni hanno donato alla città un pezzo di storia”, ha sottolineato Adorno. La neo laureata ha esposto il suo lavoro, con comprensibile emozione, premettendo che “tra il 1934 e il 1940 la rada fu potenziata, con la costruzione di banchine e uffici; con i bombardamenti del 13 maggio del 1943 la rada subì un duro colpo e assunse un’altra funzione: mercantile; questa fase è molto importante per la realizzazione del polo petrolchimico che segna l’ultima fase, quella industriale”.
“Le fonti di archivio – ha precisato Vicchitto – mi hanno portato a due valutazioni: una positiva e una molto critica. I fattori positivi si riassumono nel processo di modernizzazione, perché col petrolchimico vi è un cambiamento repentino di tutta la società non solo dal punto di vista commerciale, ma anche culturale e antropologico. Da una società contadina si passa a una società di operai. A ciò si aggiungono le caratteristiche innate del porto: la posizione strategica al centro del Mediterraneo; i fondali, che variano dai 10 metri ai 40, che permettono l’attracco alle superpetroliere“.
La ricerca della giovane laureata è suddivisa in tre capitoli. Nel primo capitolo vengono descritte l’evoluzione del porto di Augusta: militare, commerciale e industriale e la crisi ambientale come conseguenza dovuta all’incremento incalzante del polo petrolchimico. Nel secondo capitolo vengono descritti gli avvenimenti che dagli anni Cinquanta fino agli anni Sessanta riguardano gli stabilimenti Rasiom, la Cementeria e la Sincat. Nel terzo capitolo, infine, viene trattata la tematica della “inadeguata” classificazione del porto, che avrà ripercussioni sull’aspetto finanziario e commerciale dello stesso e la nomina di un comitato tecnico consultivo, per risolvere i problemi strutturali del porto. L’obiettivo della tesi era ricostruire la storia del porto di Augusta, attraverso fonti conservate nell’Archivio comunale di Augusta, nell’arco temporale che va dalla seconda guerra mondiale fino agli anni Sessanta. Vicchitto ha ricordato la relazione scritta dall’assessore ing. Giovanni Vaccaro, datata 1954, dove si evincono tutte le caratteristiche del porto, presentata a Milano.
Sul tema delle criticità è intervenuto il professore Adorno ponendo l’attenzione sulla questione ambientale, affermando che per avere norme regionali e nazionali che ponessero limiti agli scarichi in acqua, terra e mare, sono dovuti passare molti anni. La tematica dell’inquinamento ambientale, causato dalle emissioni industriali, era ancora sconosciuta negli anni ’60 e ’70. A questo proposito Giorgio Casole ha ricordato l’evento della moria dei pesci, nella seconda metà degli anni Settanta, quale primo segnale dell’acqua inquinata di Augusta, “tanto che nel gennaio 1978 fu organizzata dall’allora Amministrazione comunale un’affollatissima conferenza proprio nel salone in cui oggi noi ci troviamo”. Casole ha ricordato anche l’operato per la tutela dell’ambiente di Antonino Condorelli, da lui definito “l’ultimo della genia dei pretori d‘assalto”, che incominciò il suo mandato proprio nel 1978.
Il capitano di vascello Attilio Montalto, comandante della Capitaneria di porto – Guardia costiera di Augusta, ha ricordato che quello di Augusta è stato considerato dall’Unione europea un porto “core”, cioè d’importanza strategia per i traffici lungo il corridoio che dovrebbe collegare Helsinki a Malta. Ha messo in evidenza le peculiarità del porto di Augusta, uno dei primi in Italia, l’unico su cui s’affacciano ben sei raffinerie, la cui rada è sei volte quella di Catania, talmente grande e con fondali così profondi da poter ospitare contemporaneamente navi militari e petrolifere.
Ha spiegato i compiti di controllo e le funzioni di polizia marittima della Capitaneria, fornendo inoltre alcuni dati dell’operazione “Mare sicuro” della Guardia costiera dal 16 giugno al 10 settembre nell’ambito della giurisdizione (un litorale di 45 km, dalla penisola Magnisi alla foce del Simeto): 20 persone tratte in salvo, 206 ispezioni per la pesca, 314 per il diporto, 753 per il demanio, 720 per l’attività balneare, 381 per l’inquinamento, 10 tonnellate sequestrate di tonno rosso pescato illegalmente.
Quindi si è espresso anche sull’annosa vicenda di alcuni relitti, stazionanti nella rada, unità navali dismesse, sequestrate o abbandonate, ammettendo in particolare le difficoltà, nei casi di navi straniere, nel risalire ai soggetti cui compete la rimozione e lo smaltimento, accollandosi i relativi ed elevati costi. “È quasi impossibile“, ha detto Montalto.
Montalto ha prospettato che fra 25-30 anni le industrie petrolchimiche potrebbero chiudere per mancanza della materia prima e che, perciò, sarebbe opportuno puntare sulla realizzazione di una Zona economica speciale (Zes), offrendo così il destro per l’intervento del rappresentante dell’Autorità di sistema portuale (Adsp) del mare della Sicilia orientale, l’ing. Giovanni Sarcià, responsabile dell’area tecnica dell’Adsp. Sarcià ha riferito: “Siamo impegnatissimi per il completamento delle infrastrutture del porto commerciale. Abbiamo diversi progetti, alcuni dei quali partiranno entro l’anno, altri nel 2019”. Tra questi, la realizzazione del terminal container, del quale è stato approvato il progetto esecutivo; la realizzazione di nuovi piazzali alle spalle del porto commerciale. In quanto porto “core”, “avremo molto presto un raccordo ferroviario per il traffico delle merci: il progetto è al vaglio del Comitato tecnico, stiamo aspettando il parere favorevole, ma siamo in dirittura di arrivo”. Per quanto riguarda i lavori sulla diga foranea, “abbiamo due progetti – ha detto Sarcià – cominciamo con un progetto di 12 milioni di euro, per il quale abbiamo già l’aggiudicatario e si riferisce alla parte delle testate dell’imboccatura principale; per l’altro progetto, che riguarda tutte le altre parti, stiamo facendo un progetto stralcio per avviare i lavori sul braccio nord, che è quello dove ci sono Torre Avalos e il braccio centrale”.
Riguardo alla Zes, Sarcià ha informato che “il presidente Annunziata ha istituito un tavolo tecnico, di cui fa parte anche il sindaco; quindi si stanno valutando le diverse opzioni per non farci scappare questa occasione“. “La Zes – ha aggiunto – significa per le imprese che ci lavorano: vantaggi fiscali, credito di imposta, vantaggi dal punto di vista amministrativo, quindi fondamentale per l’economia di questa città, e questo lo otterremo sicuramente in quanto porto “core”“.
“Abbiamo inoltre un progetto già avanzato sulla manutenzione straordinaria della nuova darsena. Da un anno circa abbiamo dotato tutte le parti comuni della rada di un sistema di videosorveglianza, che funzione anche di notte. Stiamo, altresì, consultando degli esperti – ha riferito Sarcià – per quanto riguarda la possibilità di inserire all’interno del porto un impianto di Gnl cioè Gas naturale liquefatto: il carburante del futuro“.
A conclusione della conferenza, a nome dell’Amministrazione comunale e della Commissione, il presidente Casole ha donato ai relatori stampe e libri.