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Tavola rotonda sul “Muscatello”: chiamata l’Antimafia regionale [Video]

AUGUSTA – Ancora una volta il Tribunale per i diritti del malato (Tdm), in collaborazione con “Cittadinanzattiva”, ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica e dei responsabili politici locali sull’ospedale “Muscatello”, presidio ospedaliero pubblico che, molti anni fa ormai, richiamava le donne dei comuni vicini per il reparto di ginecologia considerato d’eccellenza. Un reparto che, con quello di pediatria, è stato “scippato” al “Muscatello” per essere trasferito nel nuovo ospedale di Lentini. Lo “scippo” è stato deciso e voluto dal vertice dell’Asp di Siracusa, cioè l’azienda pubblica che gestisce tutti gli ospedali della provincia aretusea. La decisione di trasferire i due reparti è stata presa nonostante le proteste degli augustani e non solo, anche attraverso cortei e assembramenti, che hanno coinvolto i cittadini dei territori limitrofi, utenti del “Muscatello”. Infatti l’ospedale non è solo di Augusta, ma di un più ampio territorio, inserito in un’area definita nel 1990 a rischio di crisi ambientale dallo stesso ministero dell’Ambiente.

Proprio per questa peculiarità, la Regione Siciliana deliberò di potenziare il “Muscatello”, come gli ospedali di altre due zone a rischio: quelli di Gela e di Milazzo. Non solo. Con un’altra legge, denominata legge Gianni, dal suo ispiratore e proponente, Pippo Gianni, la stessa Regione legiferò di far diventare il “Muscatello” polo di riferimento regionale per la cura e la prevenzione delle malattie derivanti dall’esposizione all’amianto. In sostanza, tutti i siciliani ammalati di asbestosi o di altre nefaste malattie legate proprio all’amianto sarebbero dovuti venire al “Muscatello” per farsi curare. Dal “Muscatello” sarebbe dovuta partire una capillare campagna di prevenzione per  informare tutti i siciliani, già a partire dalle scuole, sui rischi dell’amianto e  sulle cure necessarie, anche per evitare che la gente continui a morire. Già in Sicilia si stimano 6oo morti a causa dell’amianto. Il dato è stato fornito in occasione della pubblica tavola rotonda sul “Muscatello”, organizzata dal Tdm, venerdì 10 marzo, a Palazzo Zuppello, per mettere ancora una volta in evidenza le gravi inadempienze da parte dei vertici aziendali, che non hanno mai applicato le leggi regionali sul potenziamento e sul polo regionale per l’amianto. Non solo. Al contrario che negli altri nosocomi della provincia, il Pronto soccorso del “Muscatello” è privo del reparto di Osservazione breve e intensiva (Obi), che per legge dev’essere presente in ogni struttura ospedaliera. Mentre negli altri ospedali ci sono medici sufficienti per assicurare un’efficace copertura per endoscopia digestiva, ad Augusta c’è un solo medico, tanto che la lista d’attesa è oltremodo lunga e stressante.

C’è un disegno politico che è ordito dall’alto, cioè direttamente dall’assessorato regionale? Un disegno che prevede, nonostante le dichiarazioni formali del vertice dell’Asp, una progressiva spoliazione del “Muscatello”, tanto da farlo ridurre al rango di Presidio territoriale ambulatoriale (Pta)? Il dubbio è fondato, com’è stato esplicitato alla tavola rotonda di ieri, moderata dal giornalista Giorgio Casole, cui ha partecipato, quale personaggio di richiamo, il catanese Nello Musumeci, presidente dell’Antimafia regionale, la cui presenza è stata fortemente voluta da Domenico Fruciano, responsabile del Tdm. Non è riuscito invece a partecipare Michele Cimino, da poco eletto in seno alla commissione Bilancio e Programmazione come presidente della commissione speciale dell’Ars per la verifica dei conti delle Asp e delle aziende sanitarie. Dopo i saluti dello stesso Fruciano, a mettere in evidenza tutte le criticità del “Muscatello”, esposte sopra, è stato il medico sindacalista Giuseppe Vaccaro, il quale ha giustamente ricordato che Augusta non può essere assimilata ad altri comuni della provincia, non solo per la presenza delle industrie inquinanti, ma anche per la presenza di Marisicilia, una delle più importanti basi militari italiane. Aggiungiamo che sul territorio di Augusta c’è una casa di reclusione con centinaia di detenuti. Calogero Vicario, coordinatore regionale dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona), ha portato la propria sofferta testimonianza di ex operaio esposto all’amianto, ricordando la mancata applicazione della citata legge Gianni, per la cui mancata applicazione lo stesso Pippo Gianni ha formalizzato l’estate scorsa una denuncia alla Procura di Siracusa. Gianni alla tavola rotonda ha informato l’uditorio che ha sollecitato il procuratore Giordano per essere ascoltato sulla denuncia, visto che, trascorsi sette mesi, non è stato ancora sentito. Hanno parlato anche la deputata nazionale (M5s) Maria Marzana e il sindaco Cettina Di Pietro. Nello Musumeci ha assicurato l’uditorio che mercoledì 15 riunirà la commissione regionale Antimafia per decidere l’audizione del vertice Asp e dell’assessore regionale da cui il vertice stesso dipende.


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