Torna la sede Adsp e parte la corsa per accaparrarsi la Zes. Ma resta il nodo bonifiche
AUGUSTA – Le bonifiche non si toccano, ma ci si può sedere attorno a un tavolo per discutere come evitare che non diventino un ostacolo a investimenti certi. Questa in sintesi la posizione degli ambienti sindacali siracusani, che dopo l’apparente conclusione della vicenda sede portuale ora puntano a far partire rapidamente la Zona economica speciale. Due giorni dopo la notizia che il ministro grillino Danilo Toninelli avrebbe lasciato la “testa” della Adsp ad Augusta (vedi articolo), dove stava primo dello scippo catanese, le redazioni si sono riempite di comunicati com lo stesso tenore: bene il ritorno della Port authority, che è da considerarsi un atto dovuto, ma ora si guardi senza indugio a far partire la Zes.
A fare da inciampo su questa convergenza intorno la Zona speciale c’è la problematica dei Siti di interesse nazionale, che impongono le bonifiche delle aree contaminate prima di ulteriori insediamenti. E qui l’unanimismo si sfuma in prudenti distinguo intorno i due poli del dibattito, rappresentati dalle posizioni degli imprenditori e degli ambientalisti. Depotenziare o cancellare del tutto le Sin finora rimaste lettera morta, come chiedono gli industriali; oppure considerare il risanamento prioritario a qualunque altro intervento sul territorio, come invece propongono gli ecologisti?
Pippo Zappulla aveva già sollevato la questione mentre era deputato Mdp. Ora la ripropone con un comunicato a firma congiunta col suo consigliere augustano Giancarlo Triberio, dove conferma “l’impegno affinché finalmente si realizzino le bonifiche, ridando al territorio e alle comunità il sacrosanto diritto alla salute e alla qualità della vita“. L’ex parlamentare, sgamato sulle sottigliezze dei palazzi romani, da un lato esprime “grande soddisfazione che venga riconsegnata la sede“, ma dall’altro si attende più concretamente “che la volontà della comunicazione del Ministero diventi presto il contenuto di uno specifico decreto“.
Zappulla spiega che “mettere insieme Zes e Sin è strumentale, perché nella legge non c’è nulla che le leghi, per cui potrebbero partire già come sono ora. Su una nuova perimetrazione delle Sin si può ragionare ma – e su questo ha ragione Legambiente – per le aree lontane dal Porto“. Per quelle più vicine alle banchine, invece, “serve semmai un patto di azione unitaria per chiedere la accelerazione delle bonifiche, non la loro esclusione“.
Anche per il segretario provinciale della Cisl, Paolo Sanzaro, “bisogna sedersi attorno a un tavolo per riprogrammare lo sviluppo mettendo al centro il lavoro e l’ambiente“. In termini più chiari spiega che “se limitiamo troppo non si farà nulla“. E spera in “un meccanismo virtuoso“, dove una cosa trascina l’altra, tale da far superare la dicotomia se fare prima le bonifiche, o gli investimenti. Nel suo comunicato, però, si limita per il momento a un generico “ora bisogna rilanciare la questione delle Zone economiche, che possono offrire agevolazioni notevoli ed attrarre nuovi investimenti“.
Pure per il cislino, il ritorno della sede “è un atto dovuto“. Concetto condiviso dalla locale Camera del lavoro, che parla di un risultato “che finalmente rende giustizia, frutto della convergenza di più soggetti, politici e non“. Un modo elegante per invitare a non mettere cappelli sul risultato, che Unionports ha esplicitato in maniera molto più brusca. Il presidente dell’associazione, Davide Fazio, ha criticato “la corsa ai meriti in cui si stanno cimentando alcuni personaggi“.
La “concorrente” di Assoporto nella rappresentanza dei portuali augustani “chiede a tutti di operare per la soluzione dei problemi“, evidenziandone alcuni come “fare interventi urgenti e strutturali sulla diga foranea, mettere mano alla pianta organica della stessa Authority che è quanto meno discutibile e poco funzionale, e cogliere la proposta di Assotir per il trasferimento via mare delle autobotti“. Unionports pare d’accordo con la “gemella” di categoria, sulla necessità di “ridurre l’area Sin per consentire una buona partenza per la Zes“. La quale, secondo l’ex assessore regionale Bruno Marziano, addirittura “deve avere la massima superficie, da Catania e Marzamemi“.
Ma un “gigantismo” della Zona speciale rischia di replicare il meccanismo che ha paralizzato le Sin, diventate un problema oggettivo proprio per la corsa a infilarci quante più territorio possibile. Inoltre la Zes funziona se è strettamente legata a quella “portualità di sistema” dove – come evidenzia il documento Cisl – “interconnessioni e infrastrutture sono pilastri strategici e fondamentali per il rilancio di questa provincia e dell’intero sud est“. Insomma, nella gara a tirare come una coperta questa cornucopia di chissà quali investimenti, c’è il rischio che Augusta resti senza bonifiche e Punta Cugno continui a fare la Cenerentola.
(Nell’immagine in evidenza: mappa sullo stato delle procedure di bonifica nel Sin Priolo, fonte Arpa Siracusa)