Trasferte di lavoro e rimborsi chilometrici, le novità per il 2021
In questi tempi di crisi avere un lavoro è molto importante, e soprattutto è molto importante anche tenerselo ben stretto per poter usufruire dei diritti ai quali non dobbiamo rinunciare; come ad esempio aci rimborso chilometrico. Forse non tutti sanno di che cosa si tratta un rimborso chilometrico: è una forma di rimborso che viene effettuata a favore dei lavoratori che devono spostarsi dalla propria zona di residenza al luogo del posto di lavoro.
Generalmente chi ha la possibilità di recarsi al lavoro con i mezzi pubblici, cioè metropolitana, autobus, treno, o addirittura aereo, ha più facilità nel chiedere rimborsi, perché è sufficiente presentare i biglietti e le note spese dei viaggi effettuati, per arrivare nella sede lavorativa. La questione diventa un po’ più complicata quando l’azienda non dispone di veicoli propri da affidare ai dipendenti e gli spostamenti non possono avvenire con i mezzi pubblici per varie ragioni logistiche. A questo punto l’unica soluzione per il lavoratore è quella di raggiungere il posto di lavoro con l’auto personale.
- Chilometri dipendenti: cosa sono
In questo caso, a seconda della distanza, il percorso viene riconosciuto come trasferta e ha quindi diritto ad essere rimborsato per i chilometri percorsi, che sono detti km dipendenti. In pratica il rimborso chilometrico è un indennizzo basato sui chilometri percorsi giornalmente dal lavoratore e che è detraibile ma non imponibile. Il datore di lavoro lo deve erogare al dipendente che lavora in modalità di trasferta utilizzando la propria auto, oppure la propria moto. La tipologia di veicolo non fa nessuna differenza, il lavoratore in questo caso ha diritto a un rimborso delle spese che ha sostenuto per recarsi a lavorare.
- Indennità di trasferta: a chi spetta e perché
Dobbiamo distinguere però che la trasferta può essere di due tipi diversi, ovvero all’interno del territorio comunale o all’esterno del territorio comunale: questo dipende dalla posizione geografica dell’azienda, fabbrica o ufficio dove il lavoratore svolge le sue mansioni. L’ indennità di trasferta legata ai viaggi, effettuati dal dipendente per raggiungere il luogo di lavoro è sempre calcolata basandosi sulle tabelle realizzate dall’Aci. Queste tabelle vengono aggiornate fino a qualche tempo fa annualmente, di recente invece ogni sei mesi. E a seconda del veicolo che il lavoratore possiede, sono previsti rimborsi di diverso valore, calcolati sempre in base alla tipologia di veicolo e all’alimentazione, alla categoria stessa dell’auto o della moto, che vengono impiegate nei percorsi per arrivare sul posto di lavoro.
- Tariffe ufficiali rimborsabili
Tutte le tariffe elencate in questi documenti ufficiali sono approvate sempre dall’Aci entro e non oltre fine novembre di ogni anno, e sempre pubblicate dal Ministero delle Finanze, entro la data massima di fine dicembre dell’anno in corso. L’imposta risulta attiva nel periodo successivo all’emissione delle quote stesse, emesse per calcolare l’indennità chilometrica. L’Aci, che si occupa di gestire questo settore basa i suoi conteggi sul prezzo in tempo reale del carburante utilizzato, che può essere metano, benzina, o gasolio. Questi prezzi sono sempre resi noti dal Ministero dello Sviluppo Economico. Possiamo essere sicuri che i rimborsi sono sempre inerenti ad aggiornamenti costanti.
- Cifra chilometrica forfettaria per auto aziendali
Le diverse categorie di veicoli hanno un corrispettivo di rimborso diverso, quindi è sempre bene tenersi informati su tutti i dettagli che riguardano la parte tecnica e amministrativa del veicolo utilizzato per recarsi al lavoro. I dettagli importanti da comunicare per la richiesta del rimborso sono: il marchio del veicolo, il modello, la serie, il costo chilometrico annuale. Gli importi che devono corrispondere sempre agli aggiornamenti dell’anno in corso. I calcoli vanno fatti consultando la tabella di riferimento semestrale; cioè vanno consultate le tabelle ACI 2021 veicoli in produzione e veicoli fuori produzione; poi cercare il modello e la tariffa chilometrica che corrisponde all’auto usata a scopi lavorativi. Questa deve essere poi moltiplicata per il numero dei chilometri che sono stati effettuati durante tutti i 12 mesi occupazionali; spesso questo calcolo viene basato su un’auto aziendale, che il datore di lavoro decide di dare in uso a un dipendente, ovviamente il dipendente avrà ugualmente diritto al rimborso, però il calcolo verrà fatto in modo differente: tenendo in conto non la percorrenza dei chilometri e dei costi sostenuti; ma calcolata sulla base di una tabella molto diversa che prende in considerazione una cifra chilometrica forfettaria.