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Volo Roma-Catania dirottato su Trapani, l’odissea infernale di un’augustana dall’alba alla notte

AUGUSTA – È un’odissea, dai connotati infernali, quella che ha vissuto un’augustana, che vive e lavora a Roma da quasi vent’anni, per tornare nella città natia e trascorrere qualche settimana estiva insieme a familiari e vecchi amici.

Valeria T. ha raccontato il suo viaggio a La Gazzetta Augustana.it, trascorso qualche giorno dall’esperienza che non esita a definire “devastante” e “scioccante“. La data è nefasta, trattandosi di quel martedì 25 luglio in cui, oltre ai voli da e per Catania dirottati verso altri aeroporti o cancellati causa incendio del terminal principale occorso il 16 luglio, si sono aggiunti ondate di calore con massime intorno ai 45-46 gradi, blackout elettrici e vasti roghi in tutta la Sicilia che hanno comportato chiusure temporanee di strade, autostrade e perfino dell’aeroporto di Palermo.

Valeria prenota il volo Ryanair (RYR4872), con il solito anticipo di un paio di mesi noto ai fuorisede, da Roma-Fiumicino a Catania, con partenza programmata il 25 luglio alle ore 10,30. Alla mezzanotte del giorno precedente riceve l’sms dalla compagnia aerea che le comunica che il “volo per Catania atterrerà all’aeroporto di Trapani a causa di una chiusura dell’aeroporto causata da un incendio. Ryanair ha organizzato autobus che ti porteranno dall’aeroporto di Trapani a Catania“.

L’ho letto per caso, essendo gli sms in disuso. Fino all’ultimo ho sperato di atterrare a Catania“, ci confida Valeria, che il giorno dopo, giunta alle ore 8,30 circa all’aeroporto di Roma-Fiumicino per imbarcare i bagagli da stiva, apprende dei nuovi incendi in Sicilia e della chiusura dell’aeroscalo palermitano. Il volo decolla alle ore 11,55, con “soli” un’ora e venticinque minuti di ritardo. L’atterraggio a Trapani avviene alle ore 12,45 circa. In pista si notano alcuni Canadair, in partenza per estinguere le fiamme che divampano dalla mattina in tutta la regione. Come gli altri passeggeri, Valeria recupera con inaspettata celerità i bagagli ai nastri e sale a bordo degli autobus predisposti da Ryanair.

Da qui l’odissea diventa infernale, per colmare una distanza, tra l’aeroporto di Trapani e quello di Catania, che in linea retta misurerebbe 230 chilometri. Partiti alle ore 13,30, un’ora per raggiungere il comune di Palermo ma la tangenziale esterna costituita da viale Regione Siciliana viene chiusa per l’incendio in un’area di servizio e così l’autista deve deviare verso la strada litoranea del golfo di Palermo, verso il Foro Italico Umberto I, per proseguire su via Messina Marine.

Qui, incolonnati insieme al traffico veicolare urbano del capoluogo di regione, trascorrono quasi 6 ore percorrendo pochi chilometri, tanto da rendere necessarie brevi soste d’emergenza per consentire ai passeggeri di acquistare alimenti e bevande nelle attività insistenti sulla strada. Intorno alle ore 20, l’autobus può guadagnare l’accesso all’autostrada Palermo-Catania.

Fino ad allora nessuno ci sapeva dire cos’era successo e non veniva comunicato neppure all’autista – racconta Valeria – che riceveva chiamate in cui gli si chiedeva perché non fossimo già a Catania. Scopriamo solo alle 20 che l’autostrada Palermo-Catania era stata riaperta dopo una chiusura per incendi“. 

Dopo un ulteriore rallentamento all’altezza di Buonfornello (Termini Imerese, vedi foto di copertina), che comporta code di circa tre quarti d’ora, finché personale Anas dispone il restringimento alla corsia di sorpasso per fiamme sul lato opposto della carreggiata. La “corsa” può riprendere con sosta programmata all’area di servizio di Enna intorno alle ore 23 e arrivo al Terminal C dell’aeroporto di Catania alle 00,30 circa.

Dinanzi all’aeroscalo etneo, attende Valeria il “classico” passaggio in autovettura da parte di amici verso l’agognata Augusta, per un’odissea conclusa poco dopo le ore 1 della notte.

Ci ho messo 2 giorni per riprendermi – riferisce Valeria – ero devastata fisicamente, ho accusato mal di testa anche il giorno successivo. Che nessuno ci dicesse nulla mi ha disturbato di più“.

Nella memoria dell’augustana, oltre all’odissea che l’ha accomunata ad almeno alcune centinaia di passeggeri quel giorno, resterà anche l’immagine dell’intera Sicilia in fiamme: “Mi hanno scioccato quegli immensi territori bruciati. Nella notte, dall’autostrada, le fiammelle sotto la cenere sembravano luci di abitazioni di paesi fantasma”.


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